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Per fortuna in questi ultimi due anni si parla sempre di più di ambiente e di come lo stiamo distruggendo. Certamente è una fortuna, perché significa che le persone iniziano ad avere interesse per questo problema che coinvolge tutti. Personalmente guardo raramente i telegiornali, ma quest'anno mi è capitato di guardarli più spesso: incendi catastrofici, maltempo disastroso, ghiacciai che si sciolgono, petrolio in mare, fiumi inquinati, mare di plastica. Poi ho deciso di spegnere. Spesso le notizie erano annunciate come una catastrofe dove noi eravamo solo delle vittime, oppure trattate come se da un giorno all'altro tutto fosse arrivato alla luce del sole.
di Shanti Bosch
Ma davvero abbiamo bisogno della televisione o dei social per accorgerci che ormai il meteo è cambiato? Che ci sono sempre più incendi? O che si trova plastica e spazzatura ovunque? Dobbiamo arrivare a vederlo da una scatola elettronica per diventare consapevoli di quello che ci succede? Allora a tutti dico: Fermati! Fai un respiro e chiudi gli occhi. Porta il tuo pensiero dalle estremità fino al centro. Fino a sentire calore ed energia all'altezza del cuore. Fai un respiro profondo. Ora apri gli occhi. Guardati intorno, cosa vedi? Scrivilo su un foglio, e poi rileggilo a voce alta. Riflettici e lascia andare i tuoi pensieri su quello che i tuoi occhi hanno catturato.
Non ci sono risposte giuste o sbagliate, ma è importante che inizi a osservare. Dobbiamo come prima cosa essere consapevoli e capaci di vedere con chiarezza sia il dettaglio accanto a noi, che la complessità del cosmo. Osservando, le risposte arrivano da sole; non c'è bisogno di inventarsi cose stravaganti o stupefacenti. L'ambiente ci offre già milioni di soluzioni per unire la nostra voglia di innovazione alla Natura, ed è proprio la Natura stessa che ci mostra come convivono in equilibrio organismi differenti.
Osserva.
Solo dopo che hai imparato a osservare puoi con chiarezza ascoltare te stesso.
Ritrova te stesso.
Chiediti: “È questa la vita che sognavo bambino?”
Cogli i segnali e ascolta il tuo cuore.
di Salvatore Satanassi
La plastica è un'invenzione straordinaria, che ha semplificato molto la vita di tutti. Tuttavia, nell’entusiasmo di questa novità, nessuno si è posto domande sulla sua pericolosità nel lungo periodo. Oggi queste domande iniziano ad avere sempre più risposte e così iniziano campagne atte a ridurne l’uso. L’uso non va per forza ridotto, ma va certamente ottimizzato sia nelle nostre case che a livello industriale.
La plastica dovrebbe essere inserita solo in quei contesti che non creano inquinamento. Abbiamo ormai constatato tutti che le bottiglie di plastica sono uno dei principali inquinanti plastici che ci ritroviamo nell’ambiente. Allo stesso tempo le ricerche rivelano che le bottiglie in questione rilasciano nei liquidi che contengono residui pericolosi per il cuore e peggiorano il loro rilascio se esposte al sole. Insomma quella di trovare soluzione alternative per contenere l’acqua è la prima cosa da fare. Ricordiamoci che meglio del vetro non vi è nulla.
La plastica, pur avendo una durata incredibile, è comunque soggetta a disgregarsi nell’ambiente. Per questo motivo le plastiche da esterni dovrebbero avere una scadenza o richiedere una manutenzione, proprio per evitare che microparticelle finiscano nell’ambiente e in qualche ciclo biologico.
Anche nell’ambiente tessile la plastica ha preso il sopravvento, ma le microfibre finiscono poi facilmente nell'acqua e bypassano i depuratori, arrivando fino al mare. Mentre qualcuno aspetta che ci pensino le lavatrici a filtrare le acque del lavaggio, io spezzerei una lancia in favore di un ritorno delle fibre naturali e biologiche, non solo per l'ecosostenibilità, ma proprio perché sono salutari, fanno respirare la pelle e hanno a livello di energie sottili, cioè a livello magnetico, un'affinità positiva sulla nostra salute, diversamente dei materiali plastici. Per fare un esempio, la candida migliora con slip di cotone bianco e peggiora con slip di fibre plastiche. Quindi non aspettiamo lavatrici futuristiche. Lo stato mette il monopolio sulle sigarette. E allora, visto che sono responsabilità sua, obblighi almeno all'uso dei filtri biodegradabili, e faccia in modo che le coltivazioni del tabacco possano essere biologiche, già che ci siamo.
Se la differenziata funziona e se si ha la buona educazione di non abbandonare la plastica nell’ambiente, questo materiale rimane una grande opportunità, ma occorre essere un po’ più responsabili, oppure con le nostre scelte indirizzare il mercato nella direzione di alternative alla plastica o verso un suo uso più sostenibile. Anche la bioplastica spesso e volentieri viene prodotta a partire da materie prime coltivate in modi altamente inquinanti per l’ambiente (pesticidi e concimi minerali, pertanto anche in questo ambito, e per coerenza, la bioplastica dovrebbe derivare da coltivazioni biologiche.
Nel nostro piccolo possiamo evitare la plastica usa e getta a favore di materiali compostabili o ancora meglio tornare a lavare con cura i nostri piatti e bicchieri come si è sempre fatto prima della plastica. I locali dovrebbero battersi contro le ordinanze che vietano il vetro e semmai far pagare una cauzione fino a quando il contenitore non viene restituito, magari nelle discoteche o nelle feste adoperare cauzioni significative anche per educare comunque a portarsi appresso i propri oggetti invece di abituarsi ad appoggiarli per poi dimenticarsene. Vestiti, sigarette, bottiglie, stoviglie… rimangono i cosmetici. Sarebbe utile conservare i propri contenitori di plastica per riempirli con detergenti alla spina, oppure adoperare confezioni ricarica, usare spazzolini a cui basta sostituire le setole, oppure ancora più ecologico imparare a farsi da se i propri cosmetici in modo che i propri contenitori diventino, come del resto sono, un bene prezioso da conservare. La plastica è un materiale alieno per il nostro pianeta, quindi può essere usata ma va gestita, non deve essere un rifiuto.
La ricchezza più grande che abbiamo è il tempo, che è effettivamente un valore che ci rende uguali e la frenesia rappresenta la grande povertà del nostro tempo. Chi riesce ad avere il tempo di fare la raccolta differenziata, acquistare beni che richiedono tempo per essere gestiti, fare l’orto, cucinarsi le proprie pietanza, stare con i propri figli ecc ecco, queste sono le poche persone ricche rimaste in circolazione, perché hanno ancora il tempo da dedicare a se stesse ad all’ambiente che è il bene più prezioso poiché è la nostra casa ed è ciò che lasceremo in eredità ai nostri figli. Purtroppo chi considera il tempo denaro, significa che si è venduto a quest’ultimo, diventandone schiavo. È più ricco quindi chi dedica un intero giorno per ripulire un luogo piuttosto di chi non ha il tempo o l’attenzione per gettare un mozzicone o una bottiglietta nell’apposito bidone. Vedete, la ricchezza è alla portata di tutti, più di quanto si possa pensare. La ricchezza è la qualità dei nostri gesti quotidiani.
di Lucilla Satanassi
La Natura è lo specchio più vero e discreto di come stiamo facendo Anima. È lo specchio di come sappiamo stare al mondo, di come curiamo la nostra casa, di come coltiviamo in noi e nelle relazioni la vita e la bellezza. La Natura ci comunica quanto siamo dentro o quanto ci alieniamo dalla nostra essenza. La Natura è lo specchio più vero del nostro agire. Dalla natura possiamo osservare il nostro errare di umani sradicati e la precarietà dei nostri sistemi sofisticati, autodistruttivi e non sostenibili. Quindi osserviamola bene per conoscerci, ma osserviamola bene anche per imparare. Il silenzio delle periferie delle città, della pianura padana, delle distese di monocolture di piante e animali sequestrati e imprigionati, la visione devastante di fiumi che partono nelle loro sorgenti puri e carichi di vita che poi muoiono prima di arrivare al mare è uno spettacolo raccapricciante. È una realtà, ma non è l’unica.
Ci sono ancora monasteri di vita preservati dove l’uomo fatica a insediarsi, che sono gli Appennini per esempio, dove boschi respirano ancora, piante selvatiche fioriscono e cercano di muoversi verso di noi. Dove ci sono animali selvatici che cercano ogni giorno di accordare equilibri non facili da trovare, sempre a causa delle interferenze di leggi umane create davanti ai PC di tecnici di città. Se avessimo orecchie da vegetali la cosa che ci colpirebbe di più sarebbe il silenzio della pianura, la povertà di odori, canti, messaggio che le piante libere e selvatiche, aromatiche e medicinali non possono più donare. Quelle addomesticate dall’uomo sono troppo inscatolate, costrette, pompate per produrre, e stanno zitte, tramortite nei loro lager. Sopravvivono... .
Nelle rive dei fossi selvatici, nei sentieri di montagna, le piante crescono libere, secondo i loro tempi, portano esempi di come stare al mondo, ci mostrano architetture di palchi fioriti, soluzioni di semine svariate, ci stimolano i cervelli con molecole aromatiche, ci mostrano l'unità nella biodiversita ricca e assoluta. Parlano con api, funghi, astri, ci raccomandano pozioni per guarire, sollevano la Terra dalle ferite, dalle persecuzioni di essere stupidi a due zampe. Le piante selvatiche sono spiriti liberi e sono impegnate a liberare altri spiriti, ad aprire naso e mente, sguardi e pensieri presso tutti gli esseri, soprattutto l’uomo.
Ecco allora, possiamo ingaggiare una Rivolta sovversiva, non violenta e pacifica, per portare la natura indomita e selvatica nei lager della terra. Raccogliamo semi di erbe selvatiche, arbusti, frutti che mangiamo, erbe medicinali, erbacce... e creiamo “bombe di semi”.
Istruzioni per realizzare le bombe di semi
Le proporzioni sono: 5 parti di argilla,1 di semi e 1 di terriccio (o compost) di alta qualità, come unità di misura utilizzare un cucchiaio.
Lanciamole con forza come gesto di rivolta e di rinuncia a questo andazzo. Lanciamo bombe di semi nella fiducia che al momento giusto nasceranno erbe con canti nuovi, profumi selvatici, colori inaspettati. I lager saranno contaminati e un'altra storia avrà inizio, catene saranno spezzate e nuovi specchi ci accompagneranno a vedere la mitezza.
Quando le incontriamo ai bordi dei marciapiedi, forti e timide allo stesso tempo, o tempestare i bordi di autostrade, osserviamole, ringraziamole, stanno liberandoci da brutti pensieri, spingendoci a diventare spiriti liberi.
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