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Una persona miope ha bisogno di avvicinare gli oggetti per metterli al fuoco, il movimento è decisamente centripeto, dall’esterno all’interno. Nella sfera emozionale, si potrebbe pensare che tutto ciò che sta al di fuori del suo mondo circoscritto, le fa paura.
“Tutti i problemi visivi hanno a che fare con la paura”. Maurizio Cagnoli
Sicuramente da un evento, o una serie di eventi, che hanno causato nel bambino (o neonato, o anche nella vita intrauterina) un danno che può essere fisico, psicologico, o entrambi. Potrebbero essere piccole offese, delusioni, fino ad arrivare a sofferenze più profonde come quelle provocate dal rifiuto dell’amore, dalla perdita di un caro, ecc. In natura un qualsiasi animale, inclusi i mammiferi, hanno uno schema comportamentale per reagire alla paura che è quello dell’attacco-fuga, ma nella nostra società questi due comportamenti sono entrambi fortemente criticati e repressi, e quindi l’unica modalità che rimane per i bambini che se non se la sentono di “trasgredire” è quella del “freeze” o paralisi. Pensiamo a tutto ciò che si verifica quando un bambino non vuole andare a scuola…
Questi traumi, dal momento in cui si verificano, rimangono “rinchiusi” nel nostro corpo, memorizzati nelle nostre cellule, difesi dai nostri occhi, che metteranno in atto tutta una serie di modifiche per ridurre il campo d’azione (insieme alla sfera di visione nitida), con una conseguente riduzione del livello vitale (respirare meno, sentire meno, vivere meno).
Ecco come mai la miopia si manifesta principalmente in giovane età, quando la personalità non è ancora formata, in momenti statisticamente ricorrenti: in prima elementare, in prima media, in prima superiore, oppure quando avviene un grosso cambiamento in famiglia (es. divorzio, nascita di un fratellino o una sorellina, un trasloco,ecc), quando arriva il menarca, un cambio - in peggio - dei professori a scuola.
Tutte questi avvenimenti vengono vissuti con la paura. È evidente che la relazione con la madre gioca un ruolo fondamentale, soprattutto in tenera età: lei ha il compito di rendere la casa un luogo accogliente e sicuro nel quale vivere. Quando non è così, il bambino potrebbe non sentirsi al sicuro, non protetto, e sviluppare l’idea che anche il mondo sia un luogo insicuro, gettando le basi per il sintomo.
Dal lato caratteriale, la persona affetta da miopia difatti sperimenta difficoltà nella propria proiezione verso l’esterno. Svilupperà timidezza e introversione. La personalità del miope è quella di una persona impaurita dal mondo, che ha la necessità di ripararsi, di chiudersi dentro di sé. Gli occhiali rappresentano uno schermo dietro il quale difendersi e, se da un lato non vanno di certo incentivati, bisogna tenere bene a mente il riflesso inconscio che rappresentano.
L’emozione primaria è la paura perciò potrebbero essere utili, in caso di miopia, tutti quei rimedi floreali che aiutano a elaborare la paura nel bambino/ragazzo e a trasformarla in modo positivo. Rimane comunque il fatto che ogni essere è unico, quindi sarebbe sempre opportuno rivolgersi a un naturopata o floriterapeuta per ricevere delle miscele personalizzate specifiche per ogni caso.
Tratto dal quaderno di frontiera "Vedo bene - Teoria, esercizi pratici e rimedi naturali per una nuova visione secondo Natura" di Mariateresa Tartaglia e Giulia Sama, Humusedizioni 2022
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