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Fin dalla primissima cellula uovo che ci sospinge nel cosmo come unica e irripetibile scintilla divina, sono presenti in noi memorie.
L'unico senso di percezione cui disponiamo sin dal concepimento è il tatto, perciò sulla pelle sono disegnate, scritte, sfumate ma comunque riportate e trattenute tutte le nostre memorie esperienziali e le emozioni che le hanno accompagnate, a iniziare dalle "memorie del grembo", alle quali continueremo per tutta la vita a far riferimento, più o meno consapevolmente, nell'esprimerci e nel comunicare anche da adulti.
La pelle è il manto che racchiude il concetto originario di “fiducia”, premessa di ogni atteggiamento positivo verso gli altri, capacità di identificazione con la collettività, presupposto principe di ogni forma di fusione con l’altro, cardine di amore e di impegno sociale.
Le primissime esperienze comunicative che apprendiamo, si servono solo ed esclusivamente della pelle, e quindi del tatto. Il tatto nella vita di ognuno di noi, qui e ora, risveglia la memoria delle prime “onde di pressione”, impressioni cioè ricevute dal tocco amniotico sulla pelle quando eravamo embrioni: un tutt’uno fatto di suoni interni ed esterni, dalla voce di nostra madre, al ritmo del suo battito cardiaco, alle prime variazioni della danza amniotica date dal variare delle sue emozioni.
Ecco il primo complesso involucro mappatore di un gioco di pressioni, riflesso unico perché individuale, orme preziose che la nostra pelle non ha mai più dimenticato. Si chiamano memorie autoplastiche, o memorie del grembo: una culla piena di racconti, di preziosi contenuti, da cui la nostra coscienza può attingere per ampliare la comprensioni e trovare risposte. Sono le nostre radici e il nostro germoglio, sono le emozioni legate a vissuti che diventano nostri a prescindere dal fatto che non lo siano, energia impressa fatta di antichissimo ascolto, energia primigenia che portiamo impressa perché non-espressa ma che ci ha sommerso per lunghi mesi nel mondo delle acque che le veicolava al nostro sentire. La possibilità di ricontattare queste memorie porta con sé quella di liberarne il potenziale energetico, portandolo a espressione, come insegnano le parole di Luisa Sperandio, MusicArt terapeuta nella “Globalità dei Linguaggi”.
Semplicemente osservando ciò che accade sulla nostra pelle, senza dimenticare che tutto ciò che entra in contatto con lei ha quindi un impatto energetico e stimola risposte (che sia una crema, uno shampoo, un trucco, un fiore) ognuno di noi ha infinite possibilità di sviluppare comprensioni proprie e di intessere così una trama individuale fatta di simboli, descrizioni emotive, colori... semplicemente sospendendo il giudizio e abbandonando il linguaggio e quindi i termini che tendono a definire ciò che accade sulla pelle come “acne”, “allergia”, “prurito”, “desquamazione”, “infiammazione”, “psoriasi”, il mio preferito per esempio è “dermatite o tendenza atopica”.
Il termine atopia deriva dal greco τοπία ("fuori posto", "speciale", "insolito") e per i Naturopati l’atopia è un viaggio meraviglioso alla ricerca di affascinanti significati che vengono portati da quell’individuo e che arricchiscono non solo l’individuo stesso ma spesso ampliano le conoscenze e le competenze del terapeuta, poiché, non dimentichiamolo, ognuno di noi è unico!
So che non sarà così immediato sbarazzarsi dei luoghi comuni che mappano la pelle come una “terra di nessuno”, ma potremmo cominciare col definire qualsiasi manifestazione come appunto una “manifestazione”, cioè un fenomeno che porta sul confine “pelle” e trasforma un contenuto invisibile in uno visibile che ha sue caratteristiche forme, colori, odori... magari anche a poco a poco potremmo limitare i termini che la catalogano come un “problema” o una “malattia”. Prima occorre capire e riflettere su quanta memoria c'è registrata in questa pelle. Considerando che giustamente la nostra pelle è come se fosse una vetrina esterna che lascia trasparire le correlazioni e le comunicazioni che lei stessa ha con tutti gli altri organi e con i 100.000 km di sistema nervoso che ci abitano.
Quando manifesta, lei (come tutti gli altri nostri sensi) si spalanca, diviene “porta” verso il nostro mondo spirituale, richiama la nostra attenzione spesso verso qualcosa che deve ancora accadere, poiché grazie al liquido amniotico e al primo luogo che fisicamente ci ha plasmato, il grembo, tutti sappiamo pre-sentire, pres-agire, pre-vedere. Perciò pelle e sistema nervoso magicamente stimolano il nostro ascolto verso temi generali ma centrali, che possono essere: contatto con l’esterno, rifiuto o voglia di mostrarsi, paura o forte desiderio del contatto fisico sociale, complessi di inferiorità o di svalutazione, vergogna, iperreattività, bisogno di protezione.
La trasparenza di un'Acqua Aromatica, magari spray, quindi un'acqua “informata” della bellezza di un Fiore di Bach, il sostegno di un Albero e la leggerezza del suo Soffio...
Rimedi semplici, leggeri, impalpabili. Acque fatte della stessa sostanza delle nostre emozioni.
Formule sacre, stimoli sussurrati… perché per esempio non vaporizzarli nei luoghi che abitiamo, sui nostri corpi sottili o nei centri energetici densi di vissuto emotivo? Perché non osare esperienze alternative di “guarigione emotiva e spirituale” onorando le grandi intuizioni dei maestri passati?
Dietmar Krämer (1957), docente alla scuola di Naturopatia di Wuzburg e di Francoforte sul Meno, ha sviluppato, grazie alla sua profonda sensibilità e intuizione nei confronti della Natura, un sistema di mappatura floreale proprio per l’applicazione sulla pelle dei Fiori del dottor Edward Bach. La conferma della convinzione interna e intuitiva del Dr Bach è arrivata 50 anni dopo, precisamente nel momento in cui Dietmar Krämer ha coperto tutte le zone cutanee dei Fiori di Bach. Le zone di questa “mappatura” sono concrete e rappresentano le zone riflesse delle emozioni.
Questa è la dimostrazione che Bach aveva pienamente ragione affermando di aver trovato un rimedio per tutte le emozioni negative come manifestazione di un archetipo. Quando si vivono stati d'animo negativi, si verificano in questi punti mutamenti nella struttura energetica, spesso accompagnati da dolori o disturbi della sensibilità.
È possibile quindi per ognuno di noi individuare i fiori necessari basandosi sui disturbi fisici, utilizzando il fiore di Bach opportuno direttamente sulla zona del disturbo fisico, spesso il dolore e il tormento si calmano immediatamente, modificando anche lo stato d'animo che gli pulsava dentro ed emergeva a fior di pelle.
Guarire in fondo non è altro che comprendere, accogliere i nostri sottili contenuti, scoprire la nostra chiave di lettura, porci le giuste domande o, perché no, intrisi di intuito abbandonarci semplicemente al colore di un fiore o di un albero, alla sua forma, alla sua capacità e alla fiducia con cui sa infondere e imprimere la sua memoria a un’acqua, vaporizzare quell’acqua sulla nostra pelle e abbandonarsi al respiro, alla carezza di quel soffio, al messaggio di quell’albero. Silenziare la mente, de-razionalizzare e ritornare alla sapienza silenziosa, la conoscenza è già tutta dentro di noi, dobbiamo solo riscoprirla, imparare ad ascoltarci, a rispettarci, a parlare con le nostre cellule. In loro risiedono frammenti del nostro antico sapere intrauterino… altro che pile di libri e file che intasano il sistema!
Come ricorda e scrive in una sua una ispirata riflessione una stimatissima collega naturopata, Giorgia Rossi, sappiamo che guarire fino in fondo è cominciare a migliorare lo stile e le abitudini di vita, nutrirsi di buon cibo, dissetarsi con buona acqua, una corretta gestione di quello che viene chiamato “asse dello stress”, che altro non è che un ideale asse tracciato dalle nostre ghiandole, cioè dall’ipofisi fino alle surrenali, una grande autovia in cui i principali automobilisti sono proprio le emozioni. La Psico-neuro-endocrino-immunologia, moderna scienza dal difficilissimo nome, ce lo ricorda a gran voce. Il percorso poi continua sul piano energetico e spirituale, con la risoluzione di nodi, di blocchi evolutivi, di schemi non più utili alla nostra crescita spirituale; con la scoperta degli archetipi intorno a cui ruotano le nostre energie psico-fisiche, il riequilibrio energetico è anche la ri-sintonizzazione con le energie divine, che, non solo ci circondano, ma che costituiscono la stessa sostanza di cui noi siamo fatti!
Quando parla il corpo non mente mai, e ciascuno di noi è in grado di comprenderne intuitivamente il linguaggio, poiché parla con una lingua antichissima, esistita da sempre e destinata a non morire mai: quella dei simboli.
L'interpretazione in chiave simbolica, psicosomatica, delle malattie consente di integrarne il messaggio profondo a livello della coscienza, in questo modo si può eliminare la vera causa di un disagio e il corpo può guarire.
Viceversa, se eliminiamo solo l'effetto di uno squilibrio interiore, cioè il sintomo, questo è destinato a ripresentarsi nello stesso organo o in un altro situato più in profondità (vicariazione regressiva).
Acne, allergie, alopecia, dermatiti, infiammazioni, cellulite, psoriasi, ritenzione idrica, infezioni, herpes, secchezza, desquamazione, atonia, sono tutti atteggiamenti da riarmonizzare e non imperfezioni da cancellare. Non dimenticate che la funzione crea l’organo, e che quindi a lungo andare un’emozione o un’attitudine mentale imprime un cambiamento nelle carni, nell’organo, nel corpo.
Conflitti interiori più o meno intensi, vissuti emotivi da riarmonizzare, paura del confronto con gli altri, isolamento, inflessibilità, difesa, difficoltà a dimenticare o a perdonare, difficoltà a farsi scivolare le cose addosso, tendenza a trattenere sofferenze, risentimento, attaccamento al dolore, separazioni e quindi perdita di contatto, difficoltà nel prendere decisioni, mancanza di forza, rimpianti, reazioni impetuose a situazioni negative, fastidio o irritazione nei confronti di persone o situazioni, rabbia e frustrazione represse, ipercriticità, rifiuto a cambiare vecchi schemi, resistenza alle lezioni della vita, incapacità di decidere, paura, preoccupazioni, desideri insoddisfatti, rabbia, rimorso, nostalgia, ansia, impazienza, bisogno d’amore, non sentirsi rispettati nei desideri o nei bisogni, sentirsi obbligati a soddisfare un'aspettativa, mancanza di saggezza, difficoltà di liberarsi di vecchi schemi, di pensieri, di qualcuno, paura di lasciarsi andare.
Alopecia, calvizie e diradamenti sono un grattacapo per tante persone, soprattutto uomini, ma anche tante donne. Si tratta di un argomento complesso con cause diversificate, a volte di semplice e intuitiva risoluzione, altre volte non proprio. In chiave meccanicistica, nei casi difficili si tenderebbe a intervenire dando la colpa a qualche sostanza che entra in ballo in queste circostanze, come le prostaglandine PDG2 o il DHT (Diidrotestosterone). È un po’ come dire che sono i pompieri ad appiccare il fuoco perché li troviamo sempre in caso di incendio. A volte queste soluzioni un po’ superficiali non sono altrettanto leggere per quanto riguarda gli effetti collaterali.
Secondo una visione meno meccanicistica, ogni cosa che avviene nell’organismo è comunque comandata dal cervello, che dirige il tutto seguendo dei programmi biologici che qualcuno, per fortuna, inizia a decodificare.
Comunque in autunno le foglie cadono e anche i capelli lo fanno un po’ più del solito, come se la tristezza della stagione si ripercuotesse anche sul nostro capo. Ma se cadono troppo allora ci potrebbe essere qualcosa da comprendere e da aggiustare.
Le origini del problema
Intanto bisogna capire se è un problema momentaneo o se si va in una direzione ben precisa.
Come prima indagine sarebbe utile valutare che il problema non sia genetico/ereditario, dato importante per farsi qualche domanda in più. Non che cambi troppo le cose, però, da quando si parla di epigenetica, sappiamo che il nostro genoma non è così rigido come si immaginava. Sono più rigidi in questo caso gli schemi comportamentali che abbiamo ereditato in famiglia e che portano la genetica a manifestarsi in determinati modi. A questo riguardo in un percorso che deve tenere conto di aspetti ereditari suggerirei di tenere a mente lo Spirito del Ginepro, specie in chi è molto rigido, ma serve lavorare anche su altri fronti.
Andando oltre, ci sono aspetti di carattere ormonale da valutare: entra in gioco il testosterone, che risente di specifici stress, oppure gli equilibri ghiandolari che possono riguardare surrene, ovaio, tiroide e ipofisi. Anche qui la cosa è complessa, ma ci sono diversi gemmoderivati che possono aiutare queste ghiandole a funzionare bene, per esempio Avena sativa sostiene ipofisi, surrene e tiroide; oppure Rubus idaeus, che sostiene la normale funzione dell’asse ipotalamo-ipofisi-ovaie, quindi già una accoppiata così sarebbe molto interessante per una donna (magari aggiungendo anche Tamarix).
Proseguendo nel cercare le cause di questi disturbi, dobbiamo prendere in esame anche il problema nutrizionale, che può partire appunto da una dieta scarsa o povera di vitamine e minerali. Se si ha un transito intestinale problematico, troppo veloce o se c’è una disbiosi con malassorbimento, è bene cercare prima una soluzione a questo livello (miscele di Gemmoderivati Stoma, Intest, Juglans regia, Prunus spinosa, ecc).
Tanti invece hanno questi problemi ai capelli perché usano purtroppo alcuni farmaci. In questi casi, per tamponare un po’, si può usare il gemmoderivato di Prunus spinosa, grande depuratore e compatibile con qualsiasi farmaco, compresa la chemio (in abbinamento a Tamarix).
Poi rimangono da considerare il sonno, lo stress e i traumi.
Il sonno che manca sta a indicare che il sistema nervoso non si rigenera. Quindi, oltre a sedare e a usare piante ipnotiche, bisogna il più delle volte ricaricare le energie con qualcosa di tonificante, come ad esempio: Prunus spinosa, Avena sativa, Ziziphus jujuba gemme o la miscela Asten, magari alternadoli alla sera con Tilia tomentosa o Ans prima di andare a letto, oppure l'estratto idroalcolico Sogni D’oro.
Il termine "stress" vuol dire tutto e niente, come dire “è la vita”. In realtà lo stress è un termine generico che può trovare nella soggettività risposte molto mirate e specifiche. Inoltre lo stress può accrescersi tramite un'alimentazione inadatta che toglie la vitalità piano piano fino a renderci più fragili anche psicologicamente. Spesso ci si sente stressati a causa del troppo lavoro, anche se è più stressante l’atteggiamento con cui lavoriamo rispetto al lavoro in sé. Insomma c’è un mondo da svelare e correggere, magari con l'aiuto dei fiori di Bach o con attente autoanalisi.
Se non si riesce a trovare la propria linea, il gemmoderivato di Rosmarinus rimane un buon aiuto generico, perché è un sostegno per la funzione fisiologica del fegato e della bile e, come sappiamo, il capo è attraversato soprattutto dai meridiani di questi organi. In più il Rosmarino è un corroborante, antisenescente, tonico surrenalico, migliora la digestione e il tono dell’umore.
Proprio in funzione della ricrescita si può considerare anche la Betula pubescens scorza di radici o Castanea, Thuya e Juglans, da considerare a seconda del quadro. Visto che parlavamo di medicina cinese in quella visione la donna risente spesso di problemi ai capelli perché ha poco sangue (terra-acqua), perdendolo con il ciclo, e quindi il Tamarix è nella donna uno dei gemmoderivati più usati per stimolare la ricrescita, specie nei cambi stagionali o in chi ha un atteggiamento rimuginativo.
Con gli uomini, che spesso iniziano anche molto presto, la causa è spesso psicosomatica. Anche se il problema si può un po’ arginare con la lozione e lo shampoo alla Linfa di Betulla, a un certo punto, vuoi perché cambia qualcosa nella vita o per altri motivi, il problema tende a stabilizzarsi.
Un segnale di perdita dei capelli può cominciare in un momento particolare della vita, allo scoccare di un qualche evento traumatico per esempio. Anche questo richiama un leitmotiv di queste circostanze che correla la caduta delle foglie e dei capelli a un tema di perdita: un lutto, una separazione che possono a loro volta aver portato a un'ulteriore perdita di protezione, o aver perso il contatto con le confortanti carezze materne. Oppure si è persa la propria criniera che regredisce in funzione della propria autostima o rimane segnata come una macchia se ci si è vergognati di qualcosa, cioè se si è perso l’onore, se si è stati scartati, o se abbiamo subito un'ingiustizia.
Volendo interpretare in generale questo tema di “perdita” c’è un mondo, ma a livello soggettivo bisognerebbe trovare la propria via d’accesso al problema e percorrerla. Di certo la parola perdita è apripista. Quante cose si possono perdere: il potere, i soldi, il tempo, le persone, la vitalità, le protezioni (e sentirsi nudi), la libertà, oppure si perdono opportunità (sia materiali che spirituali). Perdere i capelli può anche essere una lezione della vita che ci spinge ad accettare l’inevitabilità della morte, il mutamento o decadimento costante. Affrontando la propria debolezza, questa poi non ha più necessità di manifestarsi con il messaggio del corpo.
Di certo interrogarsi su questi temi porta a conoscersi meglio e potrebbe essere anche avvincente. Un uomo sente di perdere il suo potere e la sua libertà con la maturità, con i ruoli e le responsabilità della società, perdendo il supporto della famiglia d’origine, o dovendo sostenere le responsabilità della nuova situazione o famiglia che può per certi versi subire o su cui può non sentirsi veramente all’altezza, perdendo un po’ della sua fierezza giovanile o anche della sua spensieratezza e gioia. Sta di fatto che le staminali ci sono e il potenziale epigenetico c’è.
Per darci un ulteriore stimolo potremmo lasciarci ispirare in questa ricerca dai nostri amici alberi, eterni maestri, che insegnano semplicemente con l’esempio a saper perdere (foglie, rami, fiori, frutti...) e, diciamocelo, in questa società perdere è difficile da accettare. Ma se imparassimo dagli alberi non avremmo di certo problemi con la chioma! Forse la lezione da imparare è solo quella dell’umiltà: smettiamola di ambire alla corona di alloro.
La verruca è una formazione cutanea provocata dal Papilloma virus (HPV –Human Papilloma Virus), benigna e costituita da un nucleo di tessuto interno alimentato da vasi sanguigni e rivestito da vari strati di tessuto epiteliale.
Non tutte le verruche sono uguali, si distinguono infatti:
Il virus che genera la verruca lo “ospitiamo” solo se siamo predisposti a prenderlo con determinate condizioni nel nostro corpo, come abbassamento delle difese immunitarie, accumulo di tossine nel corpo (in particolare nell’intestino), situazione emotiva difficile che si protrae da tempo e se la nostra costituzione individuale prevede delle modalità di riequilibrio “sicotiche” quindi con tendenza ad eruzioni cutanee.
Solo in queste condizioni è possibile il passaggio da una persona all’altra, oppure l’auto-contagio ad opera dello stesso soggetto colpito dalle verruche che, toccandosi in altre parti del corpo, diffonde il virus.
Si può contrarre il virus anche attraverso contatto indiretto, toccando un oggetto precedentemente usato da un’altra persona affetta da verruche, per esempio ciabatte o asciugamani.
Per quanto riguarda gli aspetti psicosomatici, la verruca ci parla di un indurimento e irrigidimento delle nostre emozioni, di quello che si è fossilizzato in noi: se compaiono sulle mani, indicano fossilizzazione delle azioni, sui piedi del rapporto con gli altri, sul viso dell’identità, sui genitali il rapporto col sesso opposto.
Una verruca dolorante ai piedi potrebbe indicare che ci stiamo “appoggiando “ su una persona che però ci sta facendo male. Se la verruca è dura allora la persona alla quale si appoggia è dura con noi. Ma può esserci anche l’interpretazione legata all’appoggio individuale: in tal caso la persona si fa del male da sola.
La verruca in questo caso non è altro che la manifestazione di un sentimento doloroso.
Alcune filosofie riportano che chi manifesta verruche è una persona (predisposta) che, in un particolare momento della sua vita, si vergogna di qualcosa.
In particolar modo, si vergogna del suo corpo o di una parte di esso, oppure si vergogna di un’altra persona a lei molto vicina.
I messaggi sono molteplici e hanno a che vedere con la bellezza/estetica.
Persino chi sa di essere troppo bello, e di conseguenza troppo appariscente, cosa che in questo caso non sopporta, potrebbe così alimentare la nascita di verruche sul suo corpo, sempre ovviamente se si è predisposti, difatti le persone che hanno una bassa considerazione del proprio fisico sono tantissime, ma non a tutte si formano verruche .
Claudia Rainville, nel suo libro “Metamedicina – Ogni sintomo è un messaggio” racconta di una ragazzina mancina alla quale è stato imposto di scrivere con la destra. Sentendosi goffa, e vergognandosi della sua nuova scrittura e della sua impostazione, si ritrova presto con la mano piena di Verruche.
In realtà, nell’esempio della Rainville, si potrebbe pensare che la causa scatenante sia stata l’imposizione subita ingiustamente (di scrivere con la mano destra) piuttosto che la vergogna.
In effetti un’altra bella interpretazione ci viene dal medico Rudiger Dahlke, che vede nelle verruche un messaggio dall’inconscio, dal regno delle ombre come dice lui, quando ci sentiamo attaccati nella nostra perfezione, questo combacia con quanto affermato anche dalle leggi biologiche, che vedono le verruche come reazione a una sensazione di attacco alla propria integrità, un “conflitto di separazione” (voler essere separato o non voler essere separato da qualcosa o qualcuno).
Dahlke suggerisce le seguenti riflessioni: in quale circostanza la verruca o le verruche mi disturbano? Che cosa mi impediscono di fare?
Su quali meridiani si trova? Con quali temi vuole mettermi in contatto?
Inoltre, la zona di comparsa della verruca, per le relazioni esterno-interno note in Medicina Energetica, fornisce anche una precisa indicazione dello squilibrio emozionale (psicologico) che è alla base del disturbo funzionale prima, e organico poi.
Ritengo di aver fatto qualcosa peggio degli altri?
Ritengo di aver fatto un brutto gesto?
Qualcosa mi ha toccato e mi ha fatto schifo?
Con l'aiuto di un buon naturopata e dei giusti rimedi potremmo collaborare con i nostri lati d’ombra per conoscerli, evolverli e utilizzarli a nostro favore nella vita.
Anziché amarci per come siamo, ci detestiamo, proviamo imbarazzo per il nostro corpo, perché la società ci ha insegnato questo e, anziché migliorare la situazione semplicemente con l’amore e l’accettazione, ecco che la peggioriamo con la comparsa di queste altrettanto detestate verruche che, ovviamente, minano ancora di più il rapporto con noi stessi, facendoci sentire sempre più “terribili”. La verruca sta lì, prominente, vuole farsi vedere, esce in fuori rialzata, ed è ricoperta da pelle coriacea, per niente tenera, come a dire: “sto qui e non mi levo finché non capisci che devi apprezzarti di più. Mi sollevo verso l’alto, almeno mi vedi meglio”. La verruca, apparendo in determinate zone del corpo, può essere anche dolorosa, come quella plantare.
Al contrario dei calli, queste sono irrorate dal sangue perché sono vive e vivranno finché non deciderete di cambiare opinione su voi stessi. In positivo, è chiaro.
Hai un difetto? Fai di tutto per migliorarlo certo, ma accettalo, amalo, fa parte di te. È tuo. Sei tu. Non risolverai nulla odiandolo. Quel difetto esiste per una tua responsabilità, e solo sentendosi amato potrà intraprendere la via per andarsene.
Molti naturopati e operatori olistici raccomandano di fatto di non togliere le verruche fino a quando non diano più segni di crescita, proprio perché le verruche rappresentano delle polle d’affioramento di sostanze tossiche solide che l’organismo non è in grado di neutralizzare digerendole.
La loro guarigione spontanea, o a seguito di trattamenti naturali (quindi non chirurgici o chimici topici), è segno di risoluzione sia fisica che emotiva.
Per aiutare questa piccola manifestazione ad andarsene e camminare sul bellissimo percorso dell'amor proprio possiamo aiutarci con fiori e alberi.
Potremo utilizzare le già citate mappe di Kramer per applicare i giusti rimedi floreali nella zona in cui appare la verruca, magari miscelati all’oleolito di iperico, che porta con sé il bellissimo messaggio di luce, rigenerazione e vitalità e, aggiungendo anche qualche goccia di Crab Apple per stimolare la depurazione, soprattutto se abbiamo la sensazione di essere sporchi, contaminati, e Rock water per la durezza e la rigidità.
Alcuni spunti potrebbero essere:
Possiamo prenderli in miscela anche per uso interno con il dosaggio di 4 gocce sublinguali, 4 volte al giorno, ma sarebbe opportuno valutare la giusta miscela personalizzata con il proprio naturopata.
Sempre per uso topico non dimentichiamo i famosi rimedi della nonna come il lattice di Fico, il succo di Celidonia e la poltiglia di Aglio, importante però che siano applicati solo sulla verruca e non sulla pelle sana.
Anche oli essenziali come ginepro, lavanda, tea tree e chiodi di garofano possono favorire il distacco. Prepariamo una miscela da 30 ml di oleolito di iperico con 2 gocce di ogni olio essenziale e applichiamolo più volte al giorno sulla verruca.
Secondo la medicina tradizionale cinese la presenza di verruche indica un deficit di energia nella loggia legno (fegato e cistifellea) e fuoco (cuore e intestino tenue). Potrebbe essere che le tossine ristagnanti nel nostro corpo derivino da una rabbia non espressa o da una situazione di stasi in cui non si riesce a passare all’azione. In questo caso è molto indicato il rimedio floreale Rock rose.
Per uso interno consigliamo una miscela di gemmoderivati che sostengono l'attività della pelle, l’intestino e le difese immunitarie come Ficus carica gemme, Vitis vinifera gemme, Juglans regia gemme, Rosa canina giovani getti e Thuja orientalis gemme. 40 gocce in un po’ d’acqua, poco prima di colazione e di coricarsi, per 2-3 mesi.
Se ci sentiamo “i bravi bambini” che si attengono sempre alle aspettative degli altri ma in realtà vorremmo, una volta per tutte, manifestare anche il nostro lato “Kali”, aggressivo, distruttivo e trasformativo potremmo farci accompagnare dallo spirito del Noce che aiuta a rompere questi tabù prima nel nostro inconscio per poi portare alla luce tutte le emozioni che ribollono dentro di noi da un po’ ma che hanno trovato come unica valvola di uscita la verruca!
Oppure potremmo incontrare il bellissimo messaggio dello Spirito del Melo che ci insegna a trasformare la terra, la nostra terra, in un meraviglioso giardino. Il Melo ci mostra, con il suo esempio di abbondanza varietale, che esistono infinite espressioni di bellezza e che ognuno di noi può offrire la propria.
La bellezza sta nella cura con cui viviamo e onoriamo il nostro corpo. Possiamo scegliere alimenti carichi di energia positiva, prodotti naturali per onorare l'aspetto fisico e i numerosi mezzi che offre la Natura per mantenere e/o ristabilire la salute. Il Melo ci indica come possiamo trovare la bellezza nei nostri pensieri e lasciare andare quelli che la allontanano. Ci sostiene nel coltivare pensieri di grazia e di armonia. Possiamo scoprire quanto splendore sta in tanti piccoli e apparentemente insignificanti avvenimenti della vita.
Sicuramente è opportuno aggiustare anche la propria alimentazione portando particolare attenzione al mangiare alimenti sani, masticare bene, osservare l’andamento del nostro intestino e implementando anche alimenti ricchi di vitamina E (oli vegetali, noci, semi, verdure a foglia larga, cereali, cibi integrali ) che aiutano a combattere le infezioni virali.
In sintesi le verruche sono, contemporaneamente, segnali d’allarme, punti di accumulo e valvola di eliminazione. Il virus della verruca è un agente che sopperisce all’inadeguatezza digestiva dell’ospite (parassitismo utile), sia fisica che emotiva. Quindi, prima di qualsiasi intervento per rimuoverle, è opportuno considerare il fattore scatenante, valutare la zona di comparsa, la propria costituzione e situazione di salute, quindi scegliere i rimedi adatti, che saranno inevitabilmente personalizzati, sia per risolvere la causa che per distaccare le verruche, ma anche per ridurre il rischio di ricomparsa.
Il lipoma è sempre una strategia del corpo, una modalità che il corpo usa per gestire sostanze dannose, tenendole lontane dagli organi vitali e rendendole così innocue.
Un lipoma è quindi una zona di stoccaggio dei materiali tossici, trasformati in scorie, che il corpo accantona per poterle gestire in condizioni migliori, in quanto in questo momento, forse, il carico di “rifiuti” da gestire è molto alto, e non tutto può essere espulso.
Il male non è il lipoma in sé, ma i suoi precursori.
Di sicuro occorre togliere gli occhi dal lipoma e guardare altrove. Il lipoma è il sintomo locale di un messaggio preciso che sta altrove e che parla di intossicazione del sangue e corruzione dei processi digestivi.
Per la medicina cinese il lipoma ci parla di un fegato intossicato che non riesce a ripulire adeguatamente il sangue e rimanda sangue tossico nel torrente arterioso.
Questo sarà preso in carico dal Ministro del cuore, che provvederà a stoccare nel tessuto adiposo.
Questo comportamento in MTC ha sempre a che fare con le emozioni, la digestione, l’impurità del sangue e ha come sintomatologia il calore.
Quando la tossina emozionale stoccata nel connettivo è di più difficile gestione, i noduli cellulalgici sottocutanei cronicizzano sotto forma di cisti (sebacee, sinoviali, ecc.), fibromi, lipomi. (Si esprime così la figliolanza della Terra al Fuoco: la tossina nel sangue diventa formazione connettivale).
La tossina emozionale, evidentemente profonda, è molto difficile da eliminare, e il nostro sistema circolatorio (Ministro del Cuore) isola la parte contaminata, creandole intorno un freddo che la approfondisce.
Il problema è che, se per vari motivi, fra cui appunto il rallentamento del metabolismo interno del corpo umano prolungato nel tempo, in particolar modo in alcune zone, questo grasso si solidifica (sempre più freddo), diventerà sempre più difficile scioglierlo.
Difficile ma non impossibile.
Prima di ricorrere all’asportazione chirurgica, unica modalità proposta dalla medicina convenzionale, può essere utile riflettere su ciò che il lipoma ci sta dicendo, ovvero: “è necessaria una pulizia di fondo per permetterti di gestire ulteriori tossine”.
Il lipoma altro non è che la prova del nove di errori comportamentali e alimentari prolungati e ripetuti. Esso è la spia rossa di un’anormalità esistente nel tuo sangue, nella tua dieta, nel tuo modo di respirare, di muoverti, di essere inserito nella vita del pianeta. Non facciamoci però venire i sensi di colpa.
Non siamo affatto depositari di cellule corrotte e cancerogene, ma siamo dotati di normalissime cellule buone, esattamente come tutti gli altri, ma queste cellule in alcuni casi scelgono di avviare meccanismi cancerogeni per darci un messaggio, e quindi riportarci sulla giusta via.
Prima cosa da fare, dunque, stoppare immediatamente i comportamenti, i pensieri, le azioni, le scelte di vita filo-cancerogene.
Come fare questo? Puoi cominciare analizzando questi aspetti della tua vita
Per la teoria delle 5 leggi biologiche i lipomi potrebbero essere l’espressione di un autosvalutazione nella capacità di proteggersi e quindi si crea come un’area cuscinetto in zone particolari.
Si parla di conflitto di sovraprotezione della zona colpita.
Ad esempio, se si presenta nella schiena interpreteremo: ridono di me alle mie spalle. Se è nella faccia: mi ridono in faccia.
È possibile che si debba a un attacco fisico nella zona, poiché il lipoma compare a modo di protezione contro i traumi.
Le riflessioni che ci porta sono:
Ci sono parti di me che non mi piacciono? Mi sento attaccato in quella zona?
Queste autosvalutazioni originano, appunto, da condizionamenti tossici, pensieri limitanti che ci portano a trattenere determinate azioni perché non ci sentiamo all’altezza.
Anche per il lipoma, a seconda di dove è comparso, possiamo aggiungere qualche goccia di rimedio floreale indicato dalle mappe di Kramer, senza far mai mancare Rock water e Crab Apple, per stimolare la purificazione.
Il lipoma, come abbiamo visto, è frequente nelle personalità Water Violet, persone orgogliose, che marcano le distanze e difendono il proprio territorio, e richiama anche le tematiche di rimedi floreali come Willow, Pine, Wild Oat e Rock water ma anche Larch e Cerato, quando c’è un autosvalutazione molto forte, quindi sarebbe opportuno valutare con un naturopata esperto un’adeguata miscela personalizzata di rimedi floreali anche per uso interno.
Per ultimo è bene verificare la presenza di contaminanti nei prodotti per la cura personale. I prodotti che contengono sostanze chimiche come derivati del petrolio, laurilsolfato di sodio (SLS), dietanolammina (DEA) e glicole propilenico possono sconvolgere il sistema endocrino.
Se vedi che qualche prodotto che usi abitualmente contiene un elenco di possibili contaminanti, sostituiscilo al più presto con cosmetici naturali, biologici e fatti con amore!
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