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Da un punto di vista organico la pressione arteriosa alterata può avere origini diverse. Possiamo intanto distinguere l’ipertensione primaria, che riguarda il 90% dei casi, ed è riferita a cause che la medicina non identifica chiaramente. Poi abbiamo l’ipertensione secondaria, quando ci sono aspetti patologici di altri organi che, come conseguenza, alterano la pressione. La primaria potrebbe quindi dipendere da un adeguamento pressorio che parte direttamente dal cervello, come nel caso di un momento o un periodo di ansia. Nel caso della secondaria, l’origine può essere ricondotta al tessuto midollare del surrene, al pericardio (che influenza maggiormente la pressione diastolica, ovvero la minima), al parenchima renale e all’ispessimento delle tonache muscolari delle arterie (casistica quest'ultima che influenza maggiormente la pressione minima).
In ogni caso serve mantenere la calma, perché, da un punto di vista psicosomatico, è probabile che il problema tragga origine proprio da un fatto di pressione psicologica. Ad esempio molte persone hanno un innalzamento pressorio quando devono misurarsi la pressione, quindi l’idea stessa di avere la pressione alta può talvolta generare ansia, che genera a sua volta un'alterazione stabile di questo valore. È normalissimo che in certe situazioni la pressione si alteri, perché lo scopo è proprio quello di irrorare meglio di sangue gli organi quando si deve fronteggiare una specifica situazione. Il problema è che ci sono tante situazioni che creano una qualche "pressione interiore", ma spesso non ce ne rendiamo conto e tali situazioni finiscono per rimanere irrisolte. Per quanto sia normale che la pressione possa alzarsi per compiere una determinata irrorazione degli organi in specifiche situazione, la permanenza costante di certi estremi effettivamente può essere un problema, sia per un fatto ossidativo, dal momento che si consumano risorse per mantenere tale soglia di allerta, sia perché ad ogni cosa corrisponde una controparte. Per esempio, se non si dorme per qualche giorno poi si sarà molto stanchi e bisognosi di riposo, così un ampio lasso di tempo con una funzione in iper ci farà ritrovare con organi coinvolti in ipo come in questo caso il cuore, le surrenali, i reni, ecc. Ecco perché non è bene mantenere certi valori, soprattutto se restano costanti.
L’azione farmacologica purtroppo non va a riportare la calma o a risolvere la causa, ma va ad agire in maniera meccanica sull'alterazione; quindi la pressione interiore non viene risolta, non decresce l’ossidazione (che semmai si sposta su altri organi oltre ad aggravarsi per cause iatrogene) e nel momento in cui i valori pressori del sangue si normalizzeranno saranno altri organi a farsi carico di questa “pressione” o destabilizzazione, come risulta dai frequenti effetti collaterali, sia da quelli evidenti che da quelli meno evidentie e più difficilmente correlabili. Consideriamo che in ogni caso i problemi cardiocircolatori restano la prima causa di morte. A questo punto l’aspetto più interessante è quello di indagare le specifiche cause psicosomatiche cercando di prenderne consapevolezza e cambiando poi il nostro atteggiamento attraverso un'integrazione del problema.
A seguire un elenco di suggerimenti per provare ad agire su quelle cause psicosomatiche che sottendono ai problemi di pressione e che tendono a restare nascoste.
Lo Spirito del Ginepro ci libera dalle pressioni più o meno consce che giungono dalla famiglia di origine, sia quando siamo appesantiti dalle aspettative esterne su di noi sia quando i problemi di pressioni sono considerati genetici, "di famiglia". Ricordiamoci infatti che gli atteggiamenti e gli schemi di comportamento che ereditiamo dalla famiglia possono essere spesso causa dei problemei fisici che riteniamo ereditari.
La tensione che si accumula può essere scaricata anche attraverso la depurazione del fegato, quindi anche la miscela di estratti idroalcolici Depura può essere un buon coadiuvante proprio nella funzione di scarico ed eliminazione delle zavorre.
La floressenza Serenitas può contribuire a ridurre e modulare le tensione interiore che spesso avvertiamo.
Ci sono pratiche, come lo sport, che scaricano, cioè ci aiutano momentaneamente a liberarci dalla pressione interiore. Ma oltre a scaricare nell'immediato la zavorra che sentiamo dentro, è importante praticare attività meditative che ci aiutino ad ascoltarci, migliorando la nostra consapevolezza e permettendoci di giungere più facilmente alla causa originale del nostro squilibrio. Per questo lo “sport” deve essere fatto con un atteggiamento introspettivo e meditativo come lo Yoga, il Chi Kung o il Thai Chi o si può direttamente praticare meditazione o tecniche di respirazione; anche in questi casi non solo a scopo rilassante, ma con intento di auto-consapevolezza. Quindi, più che la pratica in sé, è importanti impegnarsi in un'attività, ma non con fare consumistico, bensì con uno scopo profondo ed evolutivo.
Togliere zavorre può essere estremamente utile, quindi rivedere la dieta è sempre importante, rendendola ipotossica e costruita sulla persona piuttosto che su rigide regole. A parte questo, che richiede un approfondimento non da poco, e senza stare a fare un elenco di tutto quello che si potrebbe eliminare, possiamo valorizzare e incrementare nella nostra routine quegli alimenti che comunque sia hanno una funzione antiossidante; uno tra tutti l’olio di nigella sativa. Questo olio ha moltissime proprietà, quindi, oltre ad essere un valido antiossidante, è proprio indicato per la protezione del cuore e per modulare la pressione sanguigna; migliora il metabolismo del colesterolo, migliora la salute della pelle e ha anche un'influenza benefica sul sistema immunitario, anche in caso di allergie.
Dentro di me avverto tensione?
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