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Sin dai tempi più antichi, l’ombelico rappresenta una zona del corpo molto affascinante. Dalle danze al sari indiano, le donne lo esibiscono per avere un maggiore potere seduttivo, mostrando così la loro forza riproduttiva o comunque esibendo un loro punto debole per mostrare la loro forza. Vi è tutta una serie di filosofie che tengono in grande considerazione questo punto anatomico.
A livello fisico si tratta di una cicatrice che ricorda la vita prenatale e si caratterizza per essere l’unica parte a non essere protetta dalla muscolatura come invece avviene grazie agli addominali in tutto il bacino; sembra strano che, con lo sviluppo e la crescita, questa cicatrice non venga riassorbita.
Potrebbe esserci qualcosa di importante che si cela dietro questo emblema, o si tratta solo di un simbolo che fa parlare di sé per la sua singolarità?
La posizione fetale rende onore a questo punto come a volerlo serbare e proteggere, ma anche cadendo a terra per evitare delle percosse ci metteremmo a proteggere quella parte. Ne parla infatti Castaneda: Don Juan (Nagual, sciamano) spiega come comportarsi durante l’incontro con l’alleato, redarguendolo su alcune precauzioni qualora le cose non andassero nel verso giusto: “lasciarsi cadere a terra, togliersi la giacca, metterla intorno all’ombelico e rannicchiarsi come una palla, serrando le ginocchia intorno allo stomaco. Se seguirai queste semplici indicazioni non ti capiterà nulla di male” .
In effetti, oltre alla protezione su più livelli, si riconosce anche nel libro “L’isola del Tonal”, nel quale Don Juan, spiegando il modo di calmarsi, disse: “il segreto non è nello scuotere la testa, ma nelle sensazioni che arrivano agli occhi dalla zona sotto lo stomaco. È questa che fa scuotere la testa”. E si sfregò la zona intorno all’ombelico.
Osho considera l’ombelico più che un cervello. L’anima dell’uomo non è connessa né con la mente né con il cuore bensì con l’ombelico, che è il suo centro. Il bambino nasce dall’ombelico e la sua vita termina attraverso di esso. Per coloro che scoprono la verità, l’ombelico diventa la soglia.
È ovvio che per molti la mente è l’unica parte pensante, almeno finché essa domina su tutte le sensazioni che il corpo tenta di trasmetterci. Se la mente si ammutolisse, sarebbe ovvio pensare con la mano sulla pancia; le donne sono più brave in questo perché hanno un legame molto più forte con essa, visto anche che contiene il potere creativo e la loro consapevolezza di questo centro può maturare enormemente con la maternità se questa viene vissuta nella maniera più naturale.
A ridosso dell’ombelico passano centri energetici importanti, dai chakra ai punti salienti dei meridiani (CV8 SHEN QUE o Palazzo dell’energia spirituale, e poco sotto CV7 YIN JIAO punto di incontro dello Yin), e poi si parla di Tan Tien, Hara… e l’ombelico è sempre lì, lì nel mezzo, il centro, proprio come Vitruvio aveva raffigurato l’uomo che inscritto in un cerchio e in un quadrato ha comunque il centro nel suddetto punto.
Spesso lo visualizziamo nelle meditazioni, anzi si parte sempre portando il respiro e la consapevolezza in quel punto, ma di pratico cosa possiamo farci? In effetti nella medicina cinese si può mixare il punto (con il sigaro di artemisia) contro gli attacchi di diarrea. Comunque esistono diverse tecniche che prevedono dei massaggi per questo punto, come lo Shiatsu, il Chi Nei Tsang, la digitopressione e la cristalloterapia, ma anche modalità più meditative come il Varna Pranayama o l’ombelicoterapia che si basano più su respiro e visualizzazione.
Si è però voluta trovare un’altra possibilità più pratica per lavorare su questo centro considerandolo una chiave d’accesso per più risorse che devono essere attivate. Sappiamo sfruttare solo il 10% del nostro cervello, e lo stesso vale per l’ombelico. In fondo se l’ombelico è il centro del corpo, sarebbe svilente pensare che possa essere usato solo per mitigare una diarrea! Problema che poi può essere legato spesso alla paura oltre che al freddo, infatti si dice “farsela sotto".
Ecco che è nata l’idea di un Balsamo per Ombelico per bambini e non.
Simile all’Albero del Grembo, non è solo diretto alle donne, ma si apre a tutti, per primi i bambini, dei quali dobbiamo difendere l’unicità, prendendoci cura del loro centro.
L’ombelico inizialmente ricorda la vita prenatale, cioè il legame con la madre fino alla nascita. Attraverso l’ombelico si era collegati alla vita, arrivavano il nutrimento, le immunità, ma anche gli stati d’animo, i sentimenti. E spesso è proprio nell’ombelico che si cristallizzano delle memorie energetiche, come la dipendenza nel senso di mancanza di autonomia, ma anche in generale, compresa quella dalle sostanze e riguardante gli attaccamenti come legami. È dall’ombelico che comincia la vita. A volte può rimanere la paura di incarnarsi, quindi di nascere e far nascere, la paura di crescere e diventare adulti. Secondo Nader Butto dal suo libro “Settimo senso”, l’ombelico, essendo stato il luogo del nostro nutrimento nella vita uterina, ora determina la preoccupazione per la nostra salute, oltre a essere il punto dove riceviamo l’amore altrui.
Queste sono tematiche che possono coinvolgere anche i bambini, portati a capricci a volte causati da un eccessiva dipendenza dai genitori, dove anche la separazione per andare a dormire a volte crea insonnia, oppure incubi o il desiderio di non dormire. Sperimentando una formula di balsamo per ombelico, in tutti i casi si è verificato un sonno senza problemi. In diversi casi c’è stato un miglioramento caratterizzato da una maggior serenità e un’armoniosa capacità relazionale.
A parte tutto, la coccola con un leggero massaggio dell’ombelico da parte della madre è già di per sé rasserenante, come a ricordare che anche se non c’è più il cordone si rimane comunque uniti attraverso quel punto, che crescendo magari servirà a sentirci legati e parte del tutto. Interessante poi anche la rapidità di riscontro di questo balsamo che rende mansueto il sonno dei piccoli già dalla prima volta. In effetti per i taoisti l’ombelico rappresenta il Tao, quindi l’espressione dell’equilibrio universale.
Un’amica mi racconta che la figlia, oltre ad avere un po’ ritualizzato l’applicazione di questo balsamo prima di andare a letto, ha deciso di sua iniziativa, dopo qualche settimana di utilizzo, di dormire nella sua cameretta, mentre prima era abituata ad andare nel letto con i genitori. Sembrerebbe che, oltre ad una maggiore autonomia, si elabori la paura dell’abbandono, che è un po’ la paura più naturale e diffusa tra i bambini.
Ora abbiamo a disposizione un buon antidoto contro i capricci dei più piccini.
Io posso non fare testo, ma con l’utilizzo sono cambiate parecchie cose.
Tutti comunque hanno notato la particolare espansione dell’attività onirica. Francamente già questo mi sembra un ottimo risultato, se si pensa che il sogno rappresenta tutto quello che l’inconscio vuole comunicare, e quindi visto che il dramma comune nasce da una separazione tra anima e corpo, il sogno fornisce i simboli che servono alle nostre comprensioni più profonde come un tentativo più marcato di ricongiunzione.
Certo, capire il significato dei simboli poi non è sempre così scontato ma iniziando a fare attenzione, ci si arricchisce certamente di qualcosa. In qualche modo il sogno è anche un’azione creativa, che può ricondurre all’idea dell’energia creativa, chiamata anche Kundalini, che secondo alcuni sperimentatori può essere stimolata da questo balsamo.
Sul piano pratico non penso che tutto ciò sia risolutivo per qualche problema di tipo sintomatico, ma diciamo che può essere un sostegno in chi cerca di migliorare delle situazioni e quindi può essere complementare ad un percorso che si fa in un determinato ambito, o magari quando siamo un po’ alla ricerca del nostro centro.
Ora quello che importa non è sperimentare questo Balsamo, quanto portare grande consapevolezza all’ombelico, tutti i giorni, nella vita dei bambini e degli adulti, non solo per i meditatori o i maestri di qualche arte, ma per svelarne i segreti a ognuno.
In effetti le applicazioni possono essere le più disparate. Questo Balsamo è un po’ una sintesi generalizzata che dalle prove ha dato interessanti risultati, ma si possono provare a utilizzare tanti rimedi sull’ombelico. Ovviamente quelli vibrazionali come i Rimedi Floreali sono i più adatti, perché un olio essenziale potrebbe essere già troppo invasivo se non ben diluito.
Pensate che in alcune sperimentazioni dove si verificavano le relazioni tra ombelico e ipofisi si sono avute risposte molto promettenti. Secondo questi studiosi, l’ipofisi ha il compito di individuare e registrare delle cicatrici energetiche presenti nel corpo in maniera automatica ma ad esempio, nel trauma della nascita, il sistema nervoso non è ancora in grado di registrare l’ombelico e lo stesso, penso io, potrebbe avvenire anche in situazioni traumatiche dove non siamo troppo coscienti.
Queste cicatrici energetiche non registrate, possono poi portare ad una dispersione energetica importante. Ebbene, mettendo dei mediatori del sistema nervoso a livello dell’ombelico in forma omeopatica, sembra che la cicatrice venga finalmente registrata e con questa prassi si sono avuti importanti riscontri in casi di anoressia, asma e allergie.
Anche se il discorso andrebbe approfondito, questo dimostra la particolare capacità dell’ombelico di assumere informazioni sottili. Probabilmente sarebbe interessante capire e verificare se questa antica porta possa essere primaria come accesso ai rimedi, in chi magari non risponde più con l’assunzione sublinguale. Lo stesso potrebbe valere per chi sostiene che la vita prenatale influenzi tutta la vita, ed attraverso l’ombelico si potrebbe agire su tutte quelle memorie legate appunto alla vita intrauterina.
La scelta delle componenti del balsamo in questione, in effetti, tiene conto di queste possibilità e quindi vengono utilizzati fiori di guarigione come il Rimedio Floreale Self Heal o il Rimedio Floreale Star of Bethlehem per i traumi memorizzati in loco, ma anche la stessa biofrequenza dell’ombelico, sapendo delle memorie energetiche che vanno cancellate e sostituite, dando modo alla persona di riscoprire il proprio centro e quindi il proprio sé. Poi sono presenti influssi equilibrati, come lavanda ed ylang-ylang e altri oli, comunque adatti anche alla pancia dei neonati.
Concludendo, posso dire di aver visto nell’ombelico un punto da tenere molto in considerazione perché è da lì che possono arrivare tante delle risposte che cerchiamo. Il minimo che possiamo fare è prendercene cura regolarmente; solo tenendovi un polpastrello dentro stiamo già guardando dentro noi stessi. E poi, quanto è meraviglioso quando le danzatrici del ventre concentrate sull’ombelico, danno la possibilità a tutti di cogliere l’essenza più profonda della loro bellezza…
È bello riscoprire se stessi guardando nel centro della propria vita!
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