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Il Faggio è un albero semplicemente bellissimo, che emana presenza fisica e si dedica ad ambienti che sceglie con cura e intelligenza. In Italia cresce solo in montagna, sopra i 700 m. Tende a costituire boschi puri, la faggeta, e si trova bene con i suoi simili, con i quali ha intense relazioni sociali di scambio e di aiuto reciproco. Si presenta con il tronco liscio, dato da una sottile corteccia incrostata di licheni che formano colonie circolari. Solo gli individui molto vecchi hanno cortecce screpolate o leggermente fessurate. Le fronde puntano dritte verso il cielo, formando una volta celeste. Le sue radici, che spesso si snodano per diversi metri ben visibili in superficie, dimostrano il suo forte collegamento con la terra.
Il Faggio è una pianta monoica, i fiori femminili e maschili, quindi, si trovano sulla stessa pianta. Fiorisce da aprile a maggio. Molto velocemente i fiori maschili, che pendono come orecchini, liberano il polline. Esso arriva portato dal vento sui fiori femminili che già hanno la forma del frutto che verrà: la faggiola. Si tratta di una sorta di noce rinchiusa in un bocciolo spinoso e coriaceo, la cupola, che a maturità si apre in quattro valve che sembrano petali. Una volta rappresentavano un’importantissima fonte alimentare, tanto è vero che il nome Faggio viene dalla parola latina fagus, che significa mangiare.
È particolare che un albero così imponente e largamente diffuso non abbia trovato spazio nella mitologia. Forse il motivo sta proprio nel fatto che nelle culture celtiche, germaniche e nordiche il Faggio simboleggiava conoscenza, sapere, saggezza e chiarezza e aveva una grandissima importanza come pianta divinatoria, di collegamento con il divino. I sacerdoti, per vedere oltre il conosciuto, lanciavano bastoncini di Faggio incisi con delle rune su un telo bianco e dalla loro dislocazione erano in grado di leggere il futuro e di ottenere chiarezza sui quesiti posti.
Il Faggio è considerato l’archetipo delle piante saturnine, il principio che rappresenta la discesa dello spirito nella materia, la massima densità materiale che possiamo vedere nel suo tronco e nelle sue radici. Tuttavia, se nei faggeti alziamo lo sguardo in alto, vediamo tanta luce. Così troviamo nel Faggio la materia e lo spirito uniti, in altre parole il superamento della dualità.
L’uso del Faggio nella tradizione erboristica in passato era limitato. Una volta si usavano le foglie per le loro proprietà rinfrescanti, particolarmente in caso di febbre. Invece il carbone vegetale fatto con il legno di Faggio è ancora in uso per placare la diarrea. Il creosoto, ottenuto dalla distillazione del catrame di legno di Faggio, una volta veniva applicato localmente per curare problemi della pelle, poi è caduto in disuso per la sua tossicità per l’uomo e l’ambiente. Però già 200 anni fa Hahnemann aveva notato gli effetti collaterali del creosoto e questo lo ha indotto a pensare che poteva diventare un importante rimedio omeopatico, come in effetti è diventato, con il nome Kreosotum. Anche il carbone vegetale è diventato un importante rimedio omeopatico: Carbo vegetabilis.
Nei tempi più moderni è stato Edward Bach a dare notorietà al Faggio: il rimedio floreale Beech aiuta a immedesimarsi negli altri e ad apprezzare la diversità, smorzando l’atteggiamento ipercritico. In gemmoterapia il Fagus sylvatica, preparato con le gemme del Faggio, è un importante rimedio con proprietà antistaminiche e stimolanti per le funzioni renali, utile in caso di allergie, ipogammaglobulinemia, ritenzione idrica, insufficienza renale, obesità e cellulite.
Remedia ha sviluppato dei preparati in grado di avvicinare le persone agli alberi e aprirle alle qualità che ogni specie rappresenta: lo Spirito degli Alberi. Questi nuovi rimedi sono composti da 5 estratti di parti diverse dell’albero, per trasmettere integralmente il suo messaggio in tutti i suoi aspetti fisici e nella sua idea archetipica.
Lo Spirito del Faggio rappresenta l'archetipo del pensiero libero. Permette di lasciare andare pensieri e schemi mentali non più utili, rigenera la freschezza mentale e stimola l'intuizione e la capacità di trovare nuove idee e soluzioni. Con il suo aiuto, i pensieri diventano più vivaci e frizzanti. Possiamo sentirci liberi nonostante i limiti imposti dal corpo fisico o dalle circostanze della dimensione terrena.
Lo Spirito del Faggio aiuta a:
Lo Spirito del Faggio insegna che la nostra libertà consiste nell’accettare le circostanze della vita materiale che non possiamo cambiare. Con il suo aiuto ci possiamo sentire liberi nonostante tutto e in ogni circostanza e trovare la forza interiore che può cambiare la situazione. Lo hanno dimostrato Mahatma Gandhi, Nelson Mandela e José Mujica, grandi eroi di libertà di cui si parla troppo poco. Hanno coltivato idee rivoluzionarie e per queste sono finiti per lungo tempo in prigione, dove hanno avuto la forza di mantenere viva la libertà di pensiero. Grazie alla loro coerenza i loro popoli si sono liberati dall’oppressione.
Lo Spirito del Faggio ci ricorda che siamo esseri liberi, liberi prima di tutto nei pensieri. Il suo messaggio dice che non abbiamo bisogno di seguire le opinioni altrui, possiamo ragionare con la nostra faggio testa e sviluppare idee che sono espressione della nostra unicità. Contemporaneamente possiamo ascoltare gli altri con attenzione e fare nostro quello che risuona con noi.
Allo stesso modo consente di individuare nella nostra mente quei pensieri che non ci appartengono più e lasciarli andare per fare spazio ad altri, più freschi e utili.
Il Faggio ci mette le ali, aiutando a rigenerare l’attività mentale e a renderla frizzante. Facilita l’accesso a idee nuove e fa guardare oltre l’attuale orizzonte, oltre i soliti limiti.
Possiamo cambiare il punto di vista, vedere le cose sotto una nuova luce, cambiare convinzioni e credenze, liberarci di vecchi schemi mentali.
Il Faggio rafforza l’intuizione, apre i canali del sesto senso e stimola il terzo occhio. L’intuizione ci procura accesso a idee e informazioni, spesso di grande importanza, a cui la nostra mente analitica e gli altri sensi non possono accedere. Buona parte delle invenzioni importanti non sono frutto della razionalità, ma dell’intuizione che si presenta come visione nel sogno, oppure come una lampadina che si accende.
Quante volte Newton avrà visto cadere una mela senza che si fosse accesa la famosa lampadina...
Come ci insegna la medicina olistica, ogni disturbo fisico va indagato guardando alle cause e non al sintomo, al sistema e non all’organo, al riequilibrio e non alla cura. Lo Spirito degli Alberi è il rimedio adatto per stimolare il processo di autoguarigione del corpo, visto come di mente, corpo e spirito.
In particolare, lo Spirito del Faggio potrebbe risultare utile per sostenere l’organismo a ritrovare il suo equilibrio e benessere, nel caso di queste manifestazioni:
Siediti comodo con i piedi scalzi appoggiati al terreno o al pavimento. Ascolta questo contatto di tutta la pianta dei piedi che lasciano virtualmente la loro impronta sul terreno e vi sprofondano. Libera il tuo capo da acconciature, poni sulla tua fronte una pezzuola bianca inumidita di acqua fresca e due spruzzate del Soffio del Faggio. Ora chiudi gli occhi e con le mani aperte spolvera tutta la tua testa, fino al collo per alleggerirti da pensieri. Poi, unendo le dita come a formare un piccolo becco, picchietta il capo, la nuca, il collo e le tempie. Questa pratica ti aiuterà a liberarti dal peso della mente sovraccarica e ad accompagnarti a un buon sonno.
Tratto da Incontri con lo Spirito degli alberi, di Lucilla Satanassi e Hubert Bosch, Humusedizioni 2019
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