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La gravidanza è un momento di passaggio e trasformazione per ogni donna che sceglie di affrontarla, più o meno consapevolmente. Ogni storia è a sé: ci sono gravidanze inattese, altre fin troppo aspettate e bramate. Ce ne sono di facili e idilliache, e ce ne sono di difficili e travagliate. Resta il fatto che ogni pancia racconta il miracolo della vita che germoglia giorno dopo giorno e, come tale, va onorata, custodita e amata.
Quello della gestazione per noi donne è un tempo sospeso, fatto di sogni, sentire viscerale, onde ormonali che ci travolgono, invitandoci a una traversata incredibile, emozionante e a tratti paurosa. La sensazione di essere sole di fronte al mare può fare paura, ed è frequente lasciarsi sopraffare da sentimenti di inadeguatezza perché non abbiamo gli strumenti per rispondere alle tante domande che la mente o la società affastellano nel panorama già stravagante di questo periodo, che travolge e stravolge.
Eppure è tutto così naturale, perché considerarlo “strano”? In fondo la gravidanza ci chiede ciò che il corpo di ogni donna riconosce come sano e biologico: lentezza, pause, ritmi a servizio dell’amore e della vita, non del lavoro o delle aspettative altrui. Questo è il tempo dei “no” al mondo e dei “sì” ai noi stesse e alla creatura che cresce nel nostro ventre. Per quante siano le preoccupazioni che la logica ci suggerisce, l’invito imperituro a ogni gestante è quello di lasciarle andare, insieme ai giudizi e alle domande che ci tengono ancorate alle nostre certezze. Come il seme piantato sa come germinare, crescere e portare frutto, anche il nostro corpo conosce e sa fare ciò che serve, sempre, a patto che lo si ascolti con fiducia. La natura, per sua indole madre, creatrice e custode di tutto ciò che nasce, può essere una compagna di percorso delicata, capace di stare, accompagnare e prendersi cura, senza invadere o sostituirsi a ciò che ogni madre sa e sente quando si appoggia le mani sul grembo.
A seguire vi proponiamo una serie di consigli per vivere una gravidanza e un parto naturali. Troverete consigli per il corpo, ma anche per incanalare con delicatezza il sentire e le emozioni verso un atteggiamento di lieta accettazione e appagante attesa di ciò che sarà. Siamo anche ciò che pensiamo e che proviamo, le nostre emozioni lasciano tracce sul corpo e nulla di ciò che avviene fisicamente può essere osservato come mera manifestazione fisica. Non stupiamoci per esempio nel leggere che un Fiore di Bach potrebbe alleviare la nostra nausea, perchè senza dubbio accarezzerà quella parte di noi che continua a sentirsi scombussolata, impreparata, inadeguata… un po’ di mal di mare è comprensibile no?
Lasciamo che la natura ci stia accanto, ricordandoci che non siamo sole; lei, Madre da sempre e di tutti, lo sarà anche per noi, ora più che mai. Madre di ogni madre, per insegnarci a far nascere e a rinascere secondo natura.
“Il primo trimestre di gravidanza è tempo di novità, di sorpresa, di forte impatto tra il conservare ciò che la donna è e la madre che sta già diventando: è una fase di potente cambiamento fisico ed emotivo, di ambivalenza tra accoglienza e rifiuto. Che la creatura nel grembo sia stata chiamata, cercata, attesa, desiderata o meno, la sua venuta necessita di un tempo di adattamento e riconoscimento, su più livelli: accettare nel cuore di stare già accogliendo vita crea allo stesso tempo stupore e timore verso l’ignoto. È il processo di difficile comprensione del miracolo che si fa strada, si fa presenza concreta. È il desiderio che si fa carne e comincia a pulsare dentro sé, a scrivere una storia nuova, ancora prima di sapere di avere la penna tra le mani. Si è solo pagine bianche”.
(ostetrica Beatrice Pacchioni, “Sono mamma”, Humusedizioni)
Se siamo nella corsa di donne attive, ci accompagna a farci terra, a essere terribilmente accoglienti di ciò che sta nascendo; se fatichiamo a lasciarci trasformare da questo evento: Soffio del Salice.
Se arriviamo alla maternità con ferite, aborti, soprusi o una sensazione spesso fisica di inadeguatezza e mancanza di bellezza: Soffio del Melo.
Se ci sentiamo fisicamente incapaci di un processo così grande, come se non avessimo la forza fisica e di non poter contare sul nostro corpo, sulla sua forza ed energia. Se siamo sopraffatte dalla stanchezza, dal sonno e dal bisogno di sognare e basta: Soffio della Quercia.
Purificare, aiutare a smaltire tossine e impurità e stabilire un nuovo baricentro, una centratura che toglie la vacuità allo stomaco, gli alti e bassi emotivi: Crab Apple e Scleranthus. In un bicchiere di acqua tiepida mettere 15 gocce di ciascuno e bere a piccolissimi sorsi nell’arco della giornata. Se bere è difficile basta bagnarsi le labbra o poco più.
Ai due corpi e alla loro formazione, dal Silicio vegetale: Tisana Equiseto. Una tazza di Equisetum arvense al giorno, due o tre volte alla settimana per primi 3/4 mesi.
Proteggiamo il bambino da emozioni nocive durante la prima fase della gestazione: Evening Primrose. Questo meraviglioso Fiore che si apre di notte aiuta a non passare le proprie esperienze di dolore legate alla vita prenatale alla nostra creatura. Una sorta di lavaggio emotivo per dare splendore all’inizio di una nuova vita che nutriamo in grembo, libera da condizionamenti e memorie personali come il sentirsi rifiutati o non desiderati. 4 gocce in bocca o poca acqua prima di coricarsi per 10/20 giorni da quando sappiamo di essere in gestazione.
“Il secondo trimestre è tempo di apertura e di espansione ed è solitamente il più radioso della gravidanza. Fluidamente e naturalmente la creatura cresce, si rende sempre più evidente e inizia a essere vista oltre il segreto del grembo: la pancia si nota, ancora non pesa e si percepiscono i primi movimenti, che danno sicurezza al sentire materno. Se gli agenti esterni (lavoro, stress, situazioni e relazioni impegnative) non influenzano troppo il benessere e la centratura della madre, lei si sente fiorire, ritrova energia, serenità e pace. È questo, quindi, un tempo di apertura all’ascolto, grazie al quale l’ambivalenza iniziale lascia spazio alla simbiosi madre-creatura. Questo favorisce un senso di orgoglio, fierezza e fertilità corporea, emotiva e mentale: la donna accetta di incarnare l’archetipo della Madre nella sua femminilità adulta, dando spazio alla propria bellezza, alla cura di sé e lasciandosi andare a riscoprire il piacere, a partire dai piccoli gesti quotidiani. Ciò sviluppa una comunicazione intensa con la creatura: iniziano i primi giochi, le carezze e l’immaginazione vola. Anche il padre comincia a mettersi in ascolto dei movimenti e assiste al miracolo che si fa rotondità, bellezza e pienezza”.
(ostetrica Beatrice Pacchioni, “Sono mamma”, Humusedizioni)
Nutriamo la mamma
Per seno e pancia: Olio Nutriente. Applicare con cura 2/3 volte alla settimana.
Per le smagliature: Olio di Cocco e Oleolito di Rosa selvatica. In poco Olio di Cocco posare Oleolito di Rosa e massaggiare sulle zone più delicate prima di coricarsi.
Super FOOD: Eveliza. Da mezza a una bustina a colazione.
Per nutrire il sangue: Tisana Ortica, un decotto da sorseggiare durante la giornata con diletto per agire favorevolmente sul normale livello di ferro e molti componenti nobili.
Per la crescita armonica del feto, come rimineralizzante e antianemico nella mamma: Abies pectinata MG. Da 20 a 30 gocce in poca acqua al mattino, 10 minuti prima di colazione. Per circa due mesi.
Costruiamo la relazione mamma figlio e il sentire. Per essere in contatto con l’anima che si incarna e iniziare a capirne il codice che porta venendo al mondo: Forget me not RF, 4 gocce sull’ombelico e sul cuore prima di coricarsi, la sera.
Per mantenere vivo il desiderio sessuale: Sinergia Sensuale, una miscela di oli essenziali da diffondere nell’ambiente per stimolare la sensualità e l’intesa di coppia. Messi da parte i blocchi e le preoccupazioni che spesso frenano il desiderio sessuale nel primo trimestre, ora è il momento di rivivere pienamente l’intimità con il proprio partner. Mettere 5-10 gocce nel diffusore.
“Il terzo trimestre è tempo di separazione. La creatura è cresciuta e prende tanto spazio, punta, si fa sentire; presto si porterà a testa in giù, sopra al canale cervicale, segno che si sta preparando alla nascita. Ha creato un legame viscerale e costante con la madre, accompagnandola nella sua quotidianità, e ora comunica chiaramente i propri ritmi e le proprie necessità, facendosi spazio in un nido che si fa sempre più stretto e piccolo. La madre potrebbe cominciare a percepire la creatura come un po' invadente, specialmente quando i suoi bisogni fisiologici, quali mangiare, muoversi e dormire non avvengono più con fluidità, il grembo è ormai pesante e ingombrante, e i movimenti potrebbero essere vissuti come intensi e un pò fastidiosi. Tante madri si limitano a non comunicare questo disagio per timore di essere giudicate o di sentirsi in colpa, ma queste sensazioni permettono di avvicinarsi con consapevolezza al tempo naturale della separazione, che si fa sempre più vicina e necessaria. Questo è un tempo di preparazione: il pensiero e le percezioni della madre servono come elaborazione e processo fisico e mentale e sono rivolti alla progressiva separazione fisica, la quale permetterà alla creatura di venire al mondo come individuo a sé stante”.
(ostetrica Beatrice Pacchioni, “Sono mamma”, Humusedizioni)
“L’inizio del travaglio è il segnale che il cammino di separazione madre-creatura è ormai giunto al suo apice più profondo e radicale. In utero, la creatura vive ancora in una “terra di mezzo”, bolla acquosa in sospensione tra i mondi; attraverso il processo del travaglio-parto, si affaccia alla dimensione della dualità terrena, verso la sua esistenza, vivendo un tempo di forte polarità: tra contrazione e pausa, catecolamine e endorfine, grida materne e profondo rilassamento. Durante il periodo espulsivo, fase finale del travaglio, avviene la separazione tra mondo intra ed extra-uterino. L’unità madre-creatura, che in gravidanza ha vissuto pienamente il ciclo ecologico di adattamento, apertura, simbiosi e separazione, avrà sviluppato, gradualmente e consapevolmente, un legame intenso e profondo, una relazione di viscerale libertà; ciò favorisce, durante il parto, la naturale apertura della madre, che lascia andare la creatura all’incontro con il mondo, pur vivendo il dolore del distacco. La nascita, allora, per la madre, sarà un evento di amorevole accoglienza di una creatura non estranea, ma che già profondamente conosce e ri-conosce. Così, silenziosamente e delicatamente, attraverso un atto di profonda separazione, al di là del possesso e in piena libertà, le due unità iniziano un trasformativo processo di integrità e amore. Da una creatura immaginata, nasce la creatura reale; da una donna, nasce la madre. Il miracolo della fioritura della vita”.
(ostetrica Beatrice Pacchioni, “Sono mamma”, Humusedizioni)
Consapevoli dell’importanza che questo momento ha per ogni mamma, abbiamo pensato a un “COFANETTO PARTO”, uno scrigno di pronto soccorso per le emozioni e il corpo di ogni donna che si avvicina al parto e desidera farlo in modo naturale. 7 prodotti che ci accompagneranno durante gli ultimi giorni di gravidanza, nell'avventura del parto e durante il puerperio.
Dalla pancia di Madre Natura, sette doni d’amore per tutti i pancioni del mondo!
Non ci stancheremo mai di ripetere però che ogni avventura della nascita è una storia a sé, che è bello e giusto onorare e celebrare in tutte le sue fasi con la cura che si dedica ai riti di passaggio. Ricordiamo che per ogni necessità particolare, se abbiamo il desiderio di vivere questo periodo secondo natura, possiamo rivolgerci a delle figure professionali che sapranno consigliarci con dedizione e cura ciò che meglio fa al caso nostro. I nostri naturopati, sono sempre a disposizione, CLICCA QUI per saperne di più.
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