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Mi trovo a osservare le amiche piante durante le mie passeggiate all’alba e al tramonto, quando la luce del sole le inonda e ne rimarca la sottile ma vitale trasparenza, che si era sopita durante il troppo calore estivo. In compagnia dei miei amici a quattro zampe, scopro che anch’essi sono stimolati e condotti dal loro sapiente istinto a mangiucchiare le cime fresche e vitali delle piante. Cosa c’è di meglio di qualche cima d’erba per ripulirsi un po’?
Osservando gli animali mi connetto nuovamente anch’io, avvertendo chiaro il desiderio e la fame di fresco verde, che mi doni pulizia e forza: tarassaco, ortica, fiori di malva, fusti di equiseto e lanceolata piantaggine. Colgo il vostro messaggio; voi che portate ai miei occhi il duplice monito di questo passaggio stagionale: depurazione e rinforzo!
Passeggio e onoro la vostra presenza con gratitudine, nei terreni ora incolti, dove il grano è già stato raccolto e dove la monocoltura spesso ha impoverito la terra. Adorate erbe spontanee di fine estate, riemerse grazie alla frescura e alle piogge, che ricucite e risanate la Madre Terra con le vostre trame di radici e il vostro apporto di preziosi minerali.
A differenza della Primavera, che parla al nostro fegato sul finire dell’inverno, l’Autunno sussurra all’intestino e alla nostra pelle in previsione dell’inverno.
Lo fa, infatti, dopo l’estate; che per molti di noi è stata una stagione di svago, di viaggi e piaceri, ma anche di sbalzi di temperatura o esagerata esposizione al sole. Piccoli stress e cambiamenti di stile di vita in veste “turistica”, spesso “fugaci ma intensi”, che sempre strapazzano un po’ il nostro apparato digerente, che a fine estate lancia chiari segnali di ingombro tossinico. L’umore è un pochino altalenante, la concentrazione arranca, lo stomaco lancia segnali di fumo… l’intestino fatica a ritrovare l’equilibrio e il suo borbottare si fa portavoce di un desiderio di pulizia e riordino.
Necessario, quest’ultimo, per garantirci un’efficace prevenzione e un provvidenziale funzionamento del sistema immunitario, la cui risposta viene proprio da un intestino felice e con le idee chiare! Focalizzati e leggeri grazie a un’azione che non sia solo depurativa, ma anche remineralizzante e ricostituente.
Per il cambio di stagione estate-autunno, quando una parte di noi desidera alleggerirsi, ma un’altra parte ci ricorda che è bene anche rinforzarsi, si prestano per una breve ma provvidenziale depurazione alcune erbe spontanee che possiamo incontrare durante una passeggiata, le cui virtù possiamo accogliere sotto forma di infuso, decotto o estratto idroalcolico:
Una volta rientrati a casa dalla vostra passeggiata pesate il raccolto: per ogni 25 grammi di erbe ponete a bollire 300 ml di acqua, molto meglio se di bottiglia. Non solo per apprezzare meglio il risultato finale (poi vedrete!), bensì per onorare il raccolto con un’acqua di pari bontà e purezza. Una volta pesato e calcolato quanta acqua mettere a bollire, lavate fugacemente sotto l’acqua corrente il raccolto.
Ricordate di mettere da un lato l’Equiseto, se presente all’appello, perché, se presente, sarà il primo che “sacrificherete agli Dei” quando l’acqua bollirà. Questo perché per le parti più dure delle erbe o fusti ricchi di minerali (silicio), come quelli dell’Equiseto, è meglio eseguire una vera e propria bollitura a fiamma bassa in una pentola con coperchio (decozione) per almeno 15-20 minuti.
Invece per le altre erbe, fiori, foglie morbide o giovani steli si utilizza il metodo dell’infusione, cioè quando l’acqua bolle si spegne la fiamma, si immergono le erbe per 10 minuti (sempre con il coperchio per non perdere nell’aere tutti i principi volatili)
Filtrate infine il tutto con attenzione.
Ora scoprirete che non solo le tisane fatte con erbe fresche regalano al palato un sapore che risulta molto più rotondo e vellutato, ma offrono ai nostri occhi un vero e proprio spettacolo per l’Anima, dato dal colore finale dell’acqua. Un infuso pieno di quella stessa vitale, fresca e verde brillantezza che durante la passeggiata ci ha impedito di trattenere la nostra mano e il nostro cuore dal coglierle per portarle con noi.
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