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È importante soffermarsi sul significato del contatto della pelle con il Regno Vegetale, dove le due parti, se pur sfiorandosi, si uniscono nel profondo. La pelle è uno degli organi più sensibili, capace di entrare in empatia con ciò che viene dall’esterno, riesce a sentire molecole profumate, quindi messaggi e comunicazioni, a concentrazioni molto più basse di quelle con cui può sentire l’olfatto. È la pelle che prende contatto e reagisce con emozioni, sudori, freddo o caldo, con fughe o amplessi. Per secoli abbiamo appreso questa verità con espressioni come “questione di pelle”, “sentirlo a pelle”, ecc. Se le nostre emozioni sono positive, il nostro cuore irradia gioia fino ai confini dell’Universo e alla velocità della luce. Capite che rivoluzione?
Con la pelle percepiamo e sappiamo prima dei nostri ragionamenti. La pelle si nutre come l’apparato digerente, ma in forma più sottile: di luce, colore e informazioni di sostanze. E’ un nutrimento che dalla pelle arriva al sangue e a tutto il corpo ma anche dalla pelle verso l’esterno ai corpi energetici che come gusci vibrano tutto attorno a noi. La bellezza può arrivare alla nostra pelle con gli abiti, che saranno così piume leggere di luce colorata posate sul nostro corpo... il messaggio si è così concretizzato.
I vestiti di luce Beijaflor permettono un’esclusiva ed innovativa esperienza multisensoriale, coinvolgendo diversi sensi per avvicinarci a stati d'animo che sono rappresentati dal colore, dagli oli essenziali e dai rimedi floreali. La sinergia che si crea tra le vibrazioni del colore, del profumo e dei rimedi floreali rende i vestiti di luce Beijaflor uno straordinario alleato nel cercare di metterci in determinati stati d'animo, di acquisire o rinforzare delle qualità in una prospettiva di crescita personale. I vestiti Beijaflor rinforzano l'aura e così ci aiutano a proteggerci da influenze negative che arrivano dal mondo esterno, come pensieri e proiezioni negative, persone che tolgono energia, inquinamento elettromagnetico, energie negative, germi patogeni.
Ogni colore ha una precisa vibrazione misurabile e questa vibrazione suscita in noi uno stato d'animo corrispondente. In tutte le culture questo collegamento è stato conosciuto, rispettato e adoperato. Ormai anche la scienza si sta avvicinando a queste conoscenze, studiando l'influenza dei colori sugli stati d'animo delle persone. Alcuni effetti dei colori sono entrati nel linguaggio di tutti i giorni, per esempio “vedere rosso” o “umore nero”. Il colore rosso, ad esempio, è sempre stato associato all'istinto e a tutto quello che è primariamente legato ad esso come azione, dinamismo, sessualità, combattimento. Il rosso era personificato dal dio Marte. La psicologia moderna insegna che guardare il rosso stimola proprio queste caratteristiche che si possono manifestare, a seconda della tonalità del rosso e dello stato di equilibrio della persona, in azione positiva, forza fisica, dinamismo equilibrato, sessualità bilanciata, difesa ponderata oppure, al contrario, in reazioni esagerate come forza distruttiva, agitazione, perversione o aggressività. Perciò la tonalità del colore è molto importante e il giusto insieme di tonalità, che solo la tintura vegetale può fornire, apporta le qualità del colore in modo equilibrato.
La vibrazione di un colore non ci arriva solo attraverso gli occhi. A ogni colore è associato il rispettivo campo bioenergetico, ovvero l'idea del colore, percepibile anche senza vederla. Indossati, i colori trasmettono le loro vibrazioni anche se non li vediamo. Per esempio, portare vestiti neri ci induce a uno stato d'animo nero.
I colori dei vestiti di luce Beijaflor sono colori naturali, donati dalle piante, che oltre al colore trasmettono al vestito anche le vibrazioni positive delle piante utilizzate. La vita è riuscire a danzare tutti i colori e farli comunicare fra loro; è fare in modo che siano armoniosamente in equilibrio e riuscire a condividerne la luce. Se il mio arcobaleno ha una predominanza di verde è bene che io lo riconosca e mi assicuri che non escluda la vita e la presenza degli altri colori.
I vestiti di luce Beijaflor per il giorno sono spicchi di arcobaleno a cui diamo risalto; parti di noi che portiamo in equilibrio e che sosteniamo. E' un atto di riconoscimento e godimento di ciò che siamo. Evoco, sperimento, danzo, onoro o richiamo con il colore una parte di me. Possiamo indossare uno spicchio di arcobaleno, lo possiamo sentire sulla pelle, guardare e ascoltare con il cuore, lo emaniamo nel piacere del colibrì che incontra il fiore. Quello che comunichiamo e soprattutto condividiamo con gli altri dipende anche da cosa indossiamo. Immagina la tua comunicazione e condivisione quando indossi un tessuto naturale tinto con i colori della Natura, profumato di puri oli essenziali e vibrante della carica dei rimedi floreali… sicuramente saranno diverse rispetto a quando indossi un abito di fibra sintetica, avvelenato da un nero chimico e dallo sfruttamento di chi l'ha prodotto, nonché impregnato di disordinate molecole profumate senza storia. Negli altri, noi evochiamo quello che abbiamo condiviso. Se porgiamo buio è difficile che l'altro abbia il coraggio di passarci luce e scambierà con noi il proprio buio. Se andiamo nel mondo con la luce di uno spicchio di giallo con cui abbiamo l'intento di connetterci, doniamo quel giallo a tutti quelli che incontriamo, oltre che a persone anche ad animali, piante e luoghi. Il nostro giallo manifestato entra in risonanza con il loro giallo, in modo naturale, a pelle, a naso, a occhio, a cuore.
La scienza ufficiale sostiene che l'olfatto funzioni tramite recettori che catturano una molecola odorante la quale agisce chimicamente su una proteina che a cascata trasforma l'odore in impulso elettrico che viene trasmesso al cervello. Però c'è chi non crede a questa ipotesi. Come fa un cane a trovare le tracce di una persona a distanza di giorni dal suo passaggio, quando sappiamo che una delle caratteristiche di gran parte delle molecole odorose è proprio quella di disintegrarsi in poco tempo? Per individuare un odore devono essere presenti almeno 1 milione di molecole in un litro d'aria. Non è molto credibile che siano rimaste tutte queste molecole odorose a distanza di qualche giorno. Perché una molecola di etanolo (CH 3CH2OH) ha una forma così simile all'etantiolo (CH3CH2SH), eppure un odore così diverso? Il primo è l'alcol e il secondo la puzza che aggiungono al GPL per avvertire della presenza di gas.
Già nel lontano 1937 il chimico inglese Malcolm Dyson ipotizzò, dopo aver sintetizzato alcune molecole dalla forma molto simile e dall'odore molto diverso, che l'odore non dipendesse dalla composizione chimica o dalla forma della molecola, ma dalla sua vibrazione. Come tante altre idee dell'inizio del ventesimo secolo che supponevano un mondo fatto anche di vibrazioni e non solo di materia, era in contrasto con la scienza materialista predominante, e fu accantonata. Solo alla fine del secolo, il biofisico Luca Turin, appassionato di profumi, riprende l'idea. Le sue ricerche su semiconduttori a base di proteine l'hanno portato a ipotizzare che le proteine che percepiscono l'odore potrebbero funzionare come i semiconduttori, perciò reagire non a una struttura fisica, ma a una vibrazione intrinseca alla molecola. La rivista “Nature” si rifiutò di pubblicare l'articolo che aveva scritto su questo tema. Allora Turin scrive un algoritmo per il calcolo della frequenza e dell'intensità delle vibrazioni di una molecola profumata e in meno di due mesi riesce a creare una molecola che i chimici avevano cercato invano per anni: un sostituto della cumarina, finita sulla lista nera perché causava allergie. Comunque sia, noi umani riusciamo a percepire la presenza di un odore a concentrazioni molto basse. Pensate che basta distribuire nell'aria del più grande Palasport d'Italia, quello olimpico di Torino, 0,01 mg di metantiolo, una molecola odorosa contenuta in alcune verdure, perché una persona riesca a percepirne l'odore.
La pelle è l'organo più esteso del nostro corpo che grazie a circa 130 recettori per centimetro quadrato possiede una straordinaria sensibilità tattile. La sensazione tattile che danno i tessuti biologici ed ecologici è inconfondibilmente dolce e gioiosa, come un abbraccio caldo e morbido. A questo si aggiungono le vibrazioni benefiche dei colori vegetali con cui sono tinti i vestiti di luce Beijaflor. In effetti la pelle non è solo un organo tattile. E' uno degli organi più sensibili, capace di creare contatti ed entrare in empatia con ciò che viene dall’esterno. Con la pelle percepiamo e sappiamo prima dei nostri ragionamenti. La pelle si nutre come l’apparato digerente, ma in forma più sottile: di luce, colore e informazioni di sostanze. E’ un nutrimento sottile che dalla pelle arriva al sangue e a tutto il corpo come arriva dalla pelle verso l’esterno ai corpi energetici che come gusci vibrano tutt’attorno a noi.
La pelle riesce a sentire molecole profumate, quindi loro messaggi e comunicazioni, a concentrazioni molto più basse di quelle con cui può sentire l’olfatto. E’ la pelle che prende contatto con il mondo esterno e reagisce con emozioni, sudori, freddo o caldo, con fughe o amplessi. Per secoli abbiamo appreso questa verità con espressioni come “questione di pelle”, “sentirlo a pelle”, ecc. Con il nutrimento morto della chimica, utilizzata per tingere i tessuti e per creare profumi, portiamo dentro il nostro corpo una bara. E si vede. Liberiamolo con i vestiti di luce Beijaflor fatti di colori vegetali e profumi di fiori ed erbe per nutrirci di luce e per comunicare liberamente.
L'influenza dell'energia dei colori nell'esistenza di ognuno è costante ed è fonte di emozioni, stati d'animo, sollecitazioni psichiche e fisiche. I colori fanno parte delle nostra vita che dal loro influsso può essere più o meno colorata. Il corpo riconosce il colore attraverso gli occhi ma lo assorbe attraverso la pelle e l'apparato digerente. La pelle incontra la vibrazione del colore come fa con la vibrazione del profumo e attraverso di essa le informazioni del colore stimolano il cervello. Così come solo la luce naturale completa di tutto lo spettro, cioè con tutte le lunghezze d'onda dei colori, è efficace e salutare, e può entrare in risonanza con gli organismi viventi, così solo ai colori naturali il corpo si apre per entrare in contatto. I colori sintetici così come la luce artificiale non sono riconosciuti dal corpo e spesso anzi diventano fonte di disarmonia e squilibrio.
Già a metà novecento la scienza si occupò di sperimentare le qualità terapeutiche del colore naturale assorbito attraverso pelle. Il semplice metodo era quello di mettere sul corpo tele di seta colorate attraverso le quali passava la luce del sole. Il colore, dinamizzato dalla luce solare, diventava puro nutrimento e ciò era possibile evidenziarlo perché il sistema neurovegetativo veniva stimolato e a sua volta quello endocrino, che come sappiamo è indice dei nostri stati d'animo.
La pelle e i FIORI DI BACH: benché nella proposta di Bach sia passata nel tempo principalmente l'assunzione orale, è vero anche che l'applicazione locale di rimedi floreali fu largamente impiegata dal medico inglese che ad essa attribuiva la stessa efficacia della somministrazione per bocca. Ancora una volta la pelle si rende capace di accogliere e tradurre in benefici i messaggi dei fiori. Da diversi anni anche la nostra esperienza ci ha dimostrato come i fiori, posati sulla pelle soprattutto durante il riposo, aiutano a risolvere situazioni o a sciogliere nodi che sul corpo fisico prendono forma. E anche noi ci siamo abbandonati ai benèfici effetti senza volere dimostrare il perché. Il perché è insito nella bontà della Natura, nel miracolo della vita; di grande supporto naturalmente tutto il lavoro di ricercatori come Kramer e Orozco, che sempre più stanno dando valore a questo metodo. Ci pare chiaro che i rimedi floreali usati attraverso la pelle possano valorizzare benefici sul corpo fisico probabilmente per il loro grande influsso sui corpi energetici e sul fluire dell'energia vitale attraverso i meridiani preferenziali attraverso cui il fiume della vita scorre.
La pelle e gli OLI ESSENZIALI: attraverso l'olfatto gli oli essenziali nella loro impalpabilità contribuiscono a trasformare pensieri ed emozioni, a calmare lo spirito e a condurci nelle profondità del nostro sé dove risiede la forza vitale e guaritrice. Quando l'olfatto incontra sostanze complesse, naturali e fortemente armoniche, la stimolazione delle molecole profumate si traduce in comunicazione diretta con l'ipotalamo che è la sede degli istinti, con il sistema limbico, sede delle emozioni e l'ippocampo, luogo delle memoria. Il peso molecolare degli oli essenziali è molto basso e grazie a questa caratteristica possono superare la barriera della pelle raggiungendo attraverso il flusso linfatico e sanguigno velocemente tutti i distretti dell'organismo.
Sono alleati magnifici per la salute e la bellezza e il nostro corpo se ne ciba letteralmente, mettendone in circolo proprietà antivirali, antibiotiche, toniche, vitalizzanti, etc. Un' altra caratteristica è quella di avere una frequenza, cioè un tasso di flusso di energia elettrica costante fra due punti qualsiasi, molto alta. E' un valore che va da 52 Mhz fino a 320 Mhz, che se paragonato allo 0 dei cibi industriali raffinati e al 10-12 dei cibi biologici, o al 72 di un organismo umano in perfetta salute, ci rende chiaro quanto sia alta la loro energia. Tale energia non è facilmente misurabile, tanto che A. Einstein la chiamò sottile; essa è però osservabile grazie agli effetti sugli organismi viventi: animali, piante e uomo. Il corpo riconosce ed assorbe queste frequenze attraverso la pelle anche in dosaggi minimi. Il corpo assorbe, produce ed emana una enorme varietà di bioenergie. La qualità energetica degli oli essenziali consente di mantenere in equilibrio il corpo energetico e rappresenta uno strumento senza pari per lavorare sui piani sottili, armonizzandosi bene anche sul piano emotivo e fisico del corpo.
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