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Parliamo tanto di cuore, poi all’atto pratico, salvo sintomi espliciti, non sappiamo come curarci di lui, non ne comprendiamo il linguaggio e i segnali e lo trascuriamo in vari modi, per poi cadere dal pero quando sopraggiunge un evento particolare. Non siamo proprio avvezzi a pensare alla centralità del cuore, che vediamo solo come un muscolo, una pompa deputata a una cosa apparentemente semplice che, a parte il suo essenziale pompaggio, non manifesta ambiti che ci debbano interessare. Insomma siamo appannati il più delle volte da una visione estremamente meccanicistica e chiaramente poco olistica del nostro cuore.
Ma basta un accenno alla medicina cinese per notare che il cuore è considerato l’imperatore, ed esprime la massima istanza di organizzazione, coerenza della personalità, armonia ed equilibrio. La sua funzione psichica (Shen, Spirito) é incaricata di mantenere l’integrità fisica e psichica, apportando capacità di adattamento all’ambiente e coscienza di sé, coordinando e armonizzando le attività dei visceri. Quando questa funzione viene meno, emergono disturbi che incidono contemporaneamente su diverse parti del corpo. Si disorganizzano i principali sistemi di comunicazione e controllo: il sistema nervoso, il sistema neuroendocrino e quello circolatorio.
Dobbiamo sapere che il cuore contiene numerose cellule nervose e che il suo campo elettromagnetico è estremamente potente e supera di gran lunga quello del cervello. Questo dovrebbe farci pensare immediatamente all’empatia e a ciò che il cuore, come una radio, può trasmettere. Il cuore quindi risente delle nostre emozioni e di quelle altrui oltre che del nostro affaticamento fisico. Quindi parlando di cuore dobbiamo interessarci del sovraccarico emozionale, della qualità delle relazioni, e dobbiamo considerare che il suo equilibrio si manifesta con la gioia, quella spontanea e sincera, e non quella eccessiva o forzata. Quando la nostra allegria è in squilibrio possiamo ritrovare facilmente problemi e sintomi iniziali come palpitazioni, risa e pianto, inquietudine, bipolarismo, loquacità eccessiva, e poi insonnia, calo della memoria, difficoltà nella concentrazione, letargia mentale. Sempre nella medicina cinese anche i sogni sono connessi al cuore, e benché venga da pensare che solo quelli “brutti” possano essere negativi, sembra che in realtà anche quelli “belli” siano comunque una compensazione che grava sul cuore.
Il cuore dà ritmo alle espansioni dell’uomo a livello circolatorio, energetico, emozionale, comunicativo, nutritivo (l’intestino tenue è connesso al cuore in MTC), psico-spirituale e, quindi, della coscienza. Siamo qui in vita a fare un’esperienza, ovvero per espanderci, ed ecco perché il cuore è centrale. Dove questa espansione non è armonica siamo di fronte a un potenziale negativo per il cuore, e sicuramente la gioia non alberga più in noi.
Con il cuore in armonia ciò che facciamo con le mani e comunichiamo acquisisce un’ampiezza elettromagnetica che si sente a pelle e che rende efficaci questi aspetti, mentre un cuore disarmonico rende le nostre parole e le nostre azioni vacue e dispersive. Se non viviamo appieno noi stessi, in sintesi, il cuore soffre; non sono sufficienti né antiossidanti né farmaci, a meno che i primi riescano a spronarci nella nostra espansione, mentre è facile dubitare dei secondi, anche solo per la sottile alterazione psichica che provocano, detta tossicità comportamentale, che non è altro che un ulteriore passo lontano da noi stessi e dal nostro tragitto di espansione.
Gli interventi che solitamente vengono presi in considerazione sono di tipo meccanicistico, quindi se la pompa fa fatica agiamo altrettanto meccanicamente sulla densità o sulla formula del fluido, oppure sulla sua pressione, senza comprendere quale motivo porti la biologia dell’organismo a comportarsi così. Ci limitiamo a correggere singoli fattori senza poter fare una sintesi più ampia che contempli anche la saggezza del corpo, che da milioni di anni sa come gestire la biologia.
In questi ultimi tempi il cuore sembra far parlare di lui sempre più spesso e sempre più precocemente, con l’idea che vi sia qualche errore di fabbrica e qualche malfunzionamento che è normale aspettarsi, una volta per il clima, una volta per una forte emozione o qualsivoglia motivazione, ma il problema è altrove. La televisione altera il cuore (lo Shen), i campi elettromagnetici hanno risonanza sulle cellule cardiache, gli stimolanti consumano il cuore, le relazioni aride e gli attaccamenti ledono il cuore, le emozioni trattenute ledono al cuore, gli eccessi di ogni genere, anche di gioia (le droghe, l’alcool, gli eccitanti) ledono il cuore, e i bugiardini sono piuttosto eloquenti riguardo ai farmaci. Ecco perché i problemi cardiocircolatori sono la prima causa di morte, ed ecco perché nonostante i farmaci, restano comunque la prima causa di morte. Quella che consideriamo una maggior durata della vita non sempre corrisponde a una maggior durata della Vita.
Ogni eccesso lede al cuore, dalla paura al super lavoro, dagli eccessi alimentari a quelli farmacologici.
L’imperatore è stato spodestato ma è bene rimetterlo al suo posto, al centro della nostra vita, poiché è poi lui che concede la gioia e il senso alla vita e imprime all’anima i progressi spirituali che resteranno con noi.
Come prendersene cura con rimedi naturali?
I fiori di Bach possono essere un aiuto.
Si possono correggere gli eccessi emozionali con:
Un bravo floriterapeuta poi saprà indirizzare ciascuno verso i fiori più adatti perché, per quanto ogni emozione abbia maggiore risonanza con uno specifico organo, tuttavia il blocco o l’eccesso costante delle emozioni poi giunge gradualmente a coinvolgere anche il cuore e lo notiamo quando cambia la luce negli occhi di qualcuno (lo Shen).
Da un punto di vista fisico possiamo modulare:
Considerando le piante della tradizione erboristica:
Tutto ciò che ci riporta a noi stessi è quindi un sollievo per il cuore.
Aromaterapia
A livello generale la Lavanda è adatta a molte circostanze, perché ha una funzione equilibrante, quindi si può usare sul petto, sui polsi interni o nell’ambiente. Per un’azione più tonificante possiamo aggiungervi Cipresso o, per una più calmante, del Neroli.
In caso di palpitazioni diffondere Menta e Rosmarino.
Usare Anice per l’affaticamento cardiaco.
La respirazione condiziona il battito cardiaco, quindi una respirazione consapevole come il Pranayama aiuta a ricentrare anche il cuore. Ma molto più semplicemente “scambiarsi” il cuore guardandosi negli occhi, dandosi la mano, facendo abbracci profondi alle persone che amiamo, oppure dare un po’ di spazio quotidiano a una sana risata e all’esprimere i nostri sentimenti ai nostri cari sono tutte “pratiche” che fanno bene al cuore, così come la gratitudine verso la vita.
Evitare gli eccessi è già una buona prassi, così come evitare cibi estremi (zucchero bianco, caffè, alcool, …), allo stesso tempo il cibo e il mangiare devono essere un piacere, non esagerato, ma comunque un piacere, e se non siamo gratificati dal cibo o lo siamo troppo c’è qualcosa che non va con il cuore (a livello energetico).
Il cuore abbisogna di un po’ di amaro che aiuta a modulare il tema dell’espansione, che al contrario viene eccessivamente esaltata da zucchero, dolci e alcool. Ecco che un dolce a fine pasto, così come un bicchiere di vino, vengono modulati dall’intero pasto e la funzione espansiva può essere armoniosa, ma, al contrario, consumare dolci da soli o bere un bicchiere di vino a stomaco vuoto sono sicuramente deleteri. Ciò che mangiamo deve rappresentare un input equilibrato nel suo insieme; se consideriamo pasti anche i singoli spuntini, aperitivi, snack, ecco che apportiamo spesso un’informazione sbilanciata che non gioverà al cuore e all’intero sistema. I cibi antiossidanti contengono principi amari che bilanciano l’espansione del cuore e quindi la proteggono. Anche le verdure e la frutta rossa giovano sicuramente al cuore, come la rapa rossa, le fragole, le ciliegie.
Importante l’integrazione con olio di Nigella e Rosa.
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