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L’olio essenziale si ottiene tramite distillazione per corrente di vapore ed è da considerarsi come l’anima della pianta perché ne racchiude l’essenza in modo estremamente concentrato. Sono essenze non oleose che si raccolgono in alcune parti della pianta. Gli oli essenziali sono detti anche oli eterei, termine che ne restituisce meglio la preziosità.
Questi oli vengono utilizzati spesso ad uso cosmetico, ma non dimentichiamo che hanno anche un elevato potere curativo che si rivolge all’intero organismo umano.
Ecco perché l’aromaterapia andrebbe avvicinata non tanto per il suo valore sulle manifestazioni sintomatiche di un organo specifico, quanto piuttosto come un approccio sistemico al benessere dell’individuo, inteso come corpo, mente e spirito.
Gli oli essenziali sono sostanze altamente volatili, visto che volatilizzano a temperatura ambiente, caratteristica che li rende percepibili come “profumi” dal nostro naso. E non c’è nulla di più potente di un odore.
L’olfatto infatti è l’unico senso le cui sollecitazioni passano direttamente alla corteccia cerebrale, senza subire il filtro preliminare del talamo. Le molecole aromatiche che si diffondono nell’aria raggiungono facilmente la parte superiore delle cavità nasali. A questo punto le cellule olfattive trasformano lo stimolo ricevuto in impulsi elettrici che vanno a sollecitare i centri deputati all’olfatto.
Tutto avviene in modo automatico e fluido, non ci sono mediazioni o interferenze. Ecco perché gli odori sono in grado di farci rivivere come reali e presenti dei ricordi anche molto lontani nel tempo. Il ricordo evocato da un odore è decisamente più intenso e “prepotente” rispetto a quello evocato da suoni e immagini.
Facile quindi capire come l’aromaterapia contribuisca a trasformare pensieri ed emozioni, a calmare lo spirito e a condurci nelle profondità del nostro sé dove risiede la forza vitale e guaritrice.
Un'altra caratteristica degli oli essenziali è quella di avere una frequenza, cioè un tasso di flusso di energia elettrica, costante fra due punti qualsiasi, molto alta. È un valore che va da 52 Mhz fino a 320 Mhz, che se paragonato allo 0 dei cibi industriali raffinati e al 10-12 dei cibi biologici, o al 72 di un organismo umano in perfetta salute, ci rende chiaro quanto sia alta la loro energia. Tale energia non è facilmente misurabile, tanto che A. Einstein la chiamò sottile. La qualità energetica degli oli essenziali consente di mantenere in equilibrio il corpo energetico e rappresenta uno strumento senza pari per lavorare sui piani sottili, armonizzandosi bene anche sul piano emotivo e fisico del corpo.
Gli oli essenziali, che sono un articolato insieme di molecole aromatiche, esprimono i loro effetti attraverso tre frequenze energetiche:
Gli oli essenziali vengono spesso riprodotti chimicamente anche in laboratorio e ad oggi sono i più diffusi in ambito cosmetico. Utilizzare queste molecole sintetiche ha per le aziende alcune innegabili agevolazioni:
Ed è proprio su quest’ultimo punto che vale la pena soffermarsi. Gli oli essenziali naturali, così come tutti i prodotti naturali, hanno una loro labilità strutturale intrinseca. Sono cioè mutevoli.
Essendo il prodotto finale di una lavorazione che parte da materie prime vive, le piante, il risultato ha sempre a che vedere con più fattori diversi: è stato un anno secco o piovoso? Caldo o freddo? Ventoso o meno? In che fotoperiodo siamo? Qual è la concentrazione di sali minerali del terreno? Le domande potrebbero non finire mai, e non esiste una risposta unica. Quel che è certo è che tutto ciò che è naturale è il risultato di ciò che è avvenuto durante l’anno attorno alla pianta, sia dal punto di vista fisico che energetico. Sicuramente il prodotto che otterremo è ciò di cui in questo momento l’umanità ha più necessità, perché rispecchia i ritmi naturali essenziali.
Questo è valido ovviamente per un tipo di prodotto naturale che goda davvero di un trattamento degno di questo nome, attento quindi al benessere della pianta dalla semina alla raccolta, che sia quanto più possibile lavorato a mano e con amore, nel rispetto dei tempi balsamici di ogni pianta.
Non è raro quindi che una crema che contiene oli essenziali abbia un colore e una profumazione diversa ad ogni produzione. E non è strano che un olio essenziale ci risulti diverso man mano che lo utilizziamo: è vivo, e, così come cambiamo noi, muta anche lui, anche una volta che è stato prodotto e imbottigliato.
La natura è viva, e in quanto tale muta, con noi e per noi. Un prodotto naturale autentico non è mai identico a se stesso, perché non è nell’ontologia della natura la staticità immutabile. Quella va lasciata ai laboratori asettici. Ma attenzione: gli oli essenziali chimici sono perfetti, stabili e riconoscibili, ma non saranno mai in grado di riprodurre perfettamente un vero olio essenziali naturale.
Questo perché gli oli naturali non sono solo la somma delle molecole riscontrabili scientificamente che li compongono. Ogni olio essenziale ha in sé tracce infinitesimali e non rintracciabili di altre molecole olfattive, che si legano insieme alle altre creando sfumature e variazioni non schedabili né riproducibili.
Potremmo dire che mentre i laboratori usano un’intelligenza artificiale, le piante lavorano con un’intelligenza naturale che permette loro di essere di più della semplice somma degli elementi che le compongono. Di essere uniche.
Nulla è per sempre quindi, a meno che non sia artificioso, privo di dinamismo e vitalità. Ricordiamocelo. Non solo quando scegliamo un olio essenziale o un prodotto cosmetico, ma anche quando la quotidianità ci chiede di affrontare cambiamenti e trasformazioni: non sono problemi, è solo vita.
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