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L’allergia si misura in un’abnorme reazione del sistema immunitario che, apparentemente, sembra non avere gli strumenti per un’equilibrata interazione con il mondo esterno; una sorta di ipersensibilità a qualcosa che non è poi così pericoloso ma che funge da capro espiatorio o da sfogo.
Si tende a rispondere con un bisogno di allontanarsi dagli stimoli non tollerati, ma ciò allontana anche la possibilità di confrontarsi con le allergeni/situazioni perdendo l’occasione di affrontare e risolvere realmente qualcosa di difficile che, una volta superato, può svelare però aspetti positivi, come del resto ogni prova della vita.
Possiamo dire che l’allergia è quindi una difficoltà di adattamento soggettiva che richiederebbe una specifica crescita (o acquisizione) per essere superata e tuttavia è un problema che si tende invece ad “affrontare” evitando gli allergeni o sopprimendo in maniera diretta il sintomo, ovvero la spia che rileva un problema.
Abbiamo però la possibilità di interessarci alle possibili cause profonde e cercare poi di intervenire su quelle.
A seguire un elenco di suggerimenti per provare ad agire su quelle cause psicosomatiche che sottendono ai problemi di allergie.
Volendo tradurre da un punto di vista psicosomatico l’allergia potrebbero emergere psicologicamente situazioni come:
Se l’allergene non è la causa primaria della risposta allergica ma rappresenta simbolicamente un’esperienza originaria negativa, con la manifestazione possiamo ricollegarci a quella situazione e trasformarla. Per fare un esempio: gli occhi gonfi e arrossati che richiedono di essere stropicciati e il muco copioso richiamano una sofferenza inespressa, e più questa non espressione è profonda, più scende alla gola, fino ai bronchi, con il senso di oppressione al petto. Tuttavia questo dolore mimato dai sintomi potrebbe solo servire a compensare la rabbia non espressa come può farci intuire la medicina cinese.
La natura ci viene in aiuto attraverso i simboli che contiene nelle sue forme e nella sua biologia, permettendoci di toccare i temi che sono alla base di queste manifestazioni.
Ecco alcuni rimedi per gli atteggiamenti che portano allergia:
Secondo alcuni dati le allergie sembrano essere aumentate negli ultimi anni, e ciò viene attribuito generalmente a un aumento dell’inquinamento. Sicuramente è così, ma si tende a polarizzare la causa sull’inquinamento atmosferico tralasciando quello di tipo iatrogeno, cioè dovuto a farmaci e vaccini oppure ai residui negli alimenti e nei cosmetici. Di certo in questa epoca il fegato deve lavorare di più, anche solo considerando le tossine endogene di natura psichica date dallo stress moderno e dalla vita sedentaria.
Si potrebbe anche ipotizzare, tenendo conto dell’aspetto evolutivo insito nella malattia, specie se la osserviamo in termini psicosomatici, che ad esempio la prassi vaccinale (riferita a malattie che non sono in termini numerici così rilevanti nel panorama generale), evita che si affrontino piccoli step e prove a livello del sistema immunitario. Di conseguenza quest’ultimo non matura in modo naturale e soggettivo e non coinvolge a sua volta i sistemi connessi (PNEI), come sistema nervoso e ormonale, rendendoci di fatto meno maturi e preparati in termini aspecifici, quindi meno adattabili e più sensibili a tutto, come appunto avviene con le allergie. Benché manchino studi mirati necessari per mettere nero su bianco tali ipotesi, la prassi medica non sembra certo quella di essere cauti e si tende ad abusare di meccanismi farmacologici di fatto poco conosciuti. In ogni caso l’aumento delle allergie è proporzionale all’aumento dei vaccini.
A questo proposito la miscela Aller, per la sua azione sul meridiano del fegato/polmone, resta comunque importante per depurare e allentare questo fenomeno di eccesso, anche considerando l’eventuale natura iatrogena. Al limite Prunus spinosa gemme può subentrare come depurativo immediatamente dopo trattamenti farmacologici, proprio per allentare il carico sugli emuntori, carico che spesso causa il suddetto “eccesso di fegato”.
Siate come san Francesco e amate ogni cosa su cui cade lo sguardo. Non bisogna irrigidirsi quando ci si trova a tu per tu con il “proprio” allergene, e occorre trasformare quella sensazione di repulsione in apertura e accettazione. Quindi, invece di fuggire si cerca di mantenere la calma, senza innervosirsi per la sensazione di fastidio. Anche il prurito agli occhi viene esacerbato grattandosi e si riduce accettandolo, senza far nulla, con un po’ di tolleranza e pazienza. Possiamo anche fare di più andando a cercare le piante i cui pollini sembrano infastidirci (se non corriamo rischi estremi) e meditare sotto di loro. Più la ricerca è difficile e più simbolicamente la nostra avversione è controbilanciata.
Inoltre, possiamo meditare portando attenzione al meridiano del cuore e stimolare la relativa ghiandola del timo con oli essenziali che la riequilibrino come la Rosa o il Pino silvestre. L’allergia porta a chiudersi nella stagione in cui ci si apre per antonomasia, la Primavera, quindi l’antidoto è l’apertura. Possiamo anche vaporizzare il Soffio del Melo se ci sentiamo invasi da pollini sporchi, o il soffio del Tiglio se fatichiamo ad aprirci alla nostra stagione primaverile, o meglio, alla nostra primavera.
La prevenzione delle allergie primaverili tramite l'alimentazione prevede un’alimentazione detossinante per il fegato, che, essendo uno dei principali emuntori, è già sotto pressione per il cambiamento stagionale che lo porta a essere in iper-funzione. Quindi occorre placare la sua reattività con alimenti che ne riequilibrino la funzione.
Prima di tutto, prediligere cibi di stagione di colore verde. Evitare l'aceto, poiché tutti i sapori estremi ledono qualche organo, e quindi prediligere dell'Umeboshi, o, al limite, l'aceto di mele, che è più equilibrato di quello di vino, ed è affine all'attività epatica. Evitare zucchero, latticini, alcool e troppe proteine e grassi; oltre a questi, evitare tutti gli alimenti che contengono molta istamina, cioè insaccati, formaggi stagionati, cibi in scatola, pesce, ecc. che non fanno altro che allertare il sistema immunitario contro gli allergeni.
Ottimi invece gli alimenti che inibiscono l'istamina, cioè quelli che contengono ad esempio la vitamina B6, come alghe, carote, ceci, tutti i cereali a chicco intero (il farro in primis), miele, polline, noci, verdure.
I cereali a chicco integrale possono proprio essere la base di una dieta depurativa, sia cotti che ammollati un paio di giorni e mangiati crudi. Quando scegliamo le verdure ricordiamo che di questo gruppo fanno parte anche le radici, e non esistono solo le carote. Infatti, le radici, specie quelle piccanti, sono molto adatte a contrastare le allergie primaverili. Quindi ricordiamo il rafano, i ravanelli e il daycon e altri affini. Le radici per la loro natura drenano le tossine verso il basso, quindi sono diuretiche e depurative.
Anche la cottura è importante quindi cibi meno cotti hanno meno tossine da elaborare per il fegato.
Inoltre, mangiare leggero alla sera aiuta molto il fegato a svegliarsi leggero e quindi ad avere una reattività equilibrata. Anche certi abbinamenti alimentari scorretti possono essere fastidiosi per il fegato, perché, se ci sono fermentazioni intestinali, le tossine che si formano poi finiscono in parte all'elaborazione epatica. Quindi sarebbe opportuno mangiare un tipo di proteina per volta (anche gli stessi legumi non vanno mischiati); non mangiare frutta a fine pasto, ma semmai prima. La carne andrebbe mangiata solo con le verdure, per evitare putrefazioni intestinali. Diciamo che chi ha pensato al digiuno e all’astinenza nel periodo della quaresima era cosciente di questi aspetti.
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