La testa o meglio ciò che intendiamo per mente razionale lavora incessantemente, tanto che a volte gli stessi pensieri, se non piacevoli, sono come una vera e propria prigione da cui pare impossibile sfuggire, e da cui prende origine probabilmente lo stress di tutti noi. Non ci è facile abbandonare questa abitudine, perché la mente è frenetica, come lo è del resto la nostra vita, scandita di ritmi, sveglie, appuntamenti, scadenze, lavoro, progetti, attività, reperibilità. Oltre a queste cose, anche ragionevoli, si sommano schermi luminosi da osservare, pubblicità, stimolanti, cibi iperglicemizzanti, campi elettromagnetici, musica e suoni, forti luci stimolanti… e la mente iperstimolata genera facilmente aspettative, che a loro volta generano frustranti delusioni e ansia.
Oltre ad avere una certa difficoltà a staccare ci si ritrova spesso anche a combattere con la soppressione dei giusti sintomi della stanchezza, dimenticando i tempi di recupero, attivando così sempre più precocemente problemi come l’insonnia, che è il sintomo/simbolo del mancato recupero. In quei momenti che potrebbero rappresentare la dovuta quota di relax o di stacco nella giornata continuiamo a immettere stimoli con musica o immagini frenetiche, navighiamo sui social, stiamo in ambienti iperluminosi e rumorosi. E nonostante la vita frenetica non guadagniamo neppure del tempo da impiegare per la nostra interiorità. Pertanto per liberare la testa abbiamo due possibilità: o facciamo qualcosa di manuale ma non faticoso che rallenti la mente (dal fare la calza, fare massaggi, fare il giardinaggio, dipingere, lavare i piatti, cucinare, fare il bucato a mano, fare l’orto, scolpire, ecc.), oppure bisogna ridurre gli eccessivi stimoli cui siamo sottoposti, togliendo tutti gli ingredienti che ci rendono frenetici, ingredienti di cui la mente si nutre fino a esaurirci, procurandoci spossatezza, insonnia e tanti altri sintomi. Oppure, meglio, possiamo inserire nella vita la necessaria controparte, fatta di silenzio e ascolto interiore: la spiritualità. L’iperattività mentale insomma ricalca esattamente l’attuale stile di vita, e non è così facile rallentarlo, anche perché in genere non facciamo nulla per fermarlo, anzi, ogni rallentamento lo consideriamo un male, che sia un giorno di pioggia o una influenza che ci tiene a riposo.
Il respiro consapevole è un modo per portare la consapevolezza dalla mente al corpo. Ma se anche ci prendiamo mezz’ora, resta comunque troppo poco per bilanciarci, perché appunto una vita frenetica non si bilancia con mezz’ora di stacco, il tutto andrebbe ripartito in modo più equo. Si può alleviare alcuni aspetti ma non è detto che questo basti, infatti solo progredendo in questo senso si riesce gradualmente a portare un po’ più di quell’atteggiamento nel normale svolgimento della giornata, almeno fino a quando tutti gli stimoli di cui abbiamo già parlato non riprendono il sopravvento. Questo non significa che dovremmo stare otto ore al giorno a meditare, ma che dovremmo realizzare una buona quota della giornata dove il mentale fa un passo indietro togliendo dalla dieta tutto ciò che stimola eccessivamente (lo zucchero stimola gli stessi centri cerebrali che attiva la cocaina), imparando magari a scegliere tra le opzioni che abbiamo quelle più Yin, meno stimolanti, soprattutto nella seconda parte della giornata, quindi prediligendo il silenzio alla musica o una musica da relax invece di quella più stimolante, luci soffuse rispetto a quelle forti, un libro ad un video, un film leggero invece di uno d’azione, un cibo facilmente digeribile e non troppo energetico come le verdure, una vasca con oli rilassanti, una passeggiata piuttosto che fitness in palestra, ecc. ecc. Se non sappiamo portare delle opzioni di questo tipo in una parte della giornata è difficile averne anche per la mente. Il tempo non si perde, quindi può solo essere ben speso, e il modo migliore per farlo è quello di spenderlo in ciò di cui abbiamo bisogno: una quota nello Yang e una quota nello Yin, o meglio trovare uno stile molto bilanciato tra le due polarità.
Senza aggiungere un po’ di pace al resto della vita non riusciremo a bilanciare solo con tuffi meditativi, ma occorre trovare la giusta misura nella vita di modo che anche le meditazioni siano in armonia con il resto divenendo conseguenza piuttosto che rigida contrapposizione.
Per venirci in aiuto di tutto ciò ovviamente le piante possono essere considerate ottime alleate.
I fiori di Bach possono essere un aiuto.
Si può creare una miscela che possa contemplare alcuni di questi fiori:
Aromaterapia
Sicuramente la meditazione, ma serve anche un atteggiamento quotidiano più affine appunto alla meditazione, che può essere il camminare in silenzio (in luoghi idonei), lavorare e manipolare con le mani, stare in contemplazione (non durante il lavoro), camminare scalzi, agire intuitivamente (fare ricette senza seguire il canovaccio), dipingere, scolpire, fare il giardino, suonare o cantare di cuore. Le arti marziali e le discipline orientali, non tanto se praticate alla maniera occidentale, ma se appunto portate alla loro vera funzione, permettono di portare nella quotidianità il giusto equilibrio tra Yin e Yang, che è appunto la condizione che permette di fruire di sé completamente, mantenendo la centratura ideale. L’equilibrio che il Tao rappresenta può essere in ogni cosa se si sa correggere e mantenere la giusta misura tra le dicotomiche parti che ci compongono, quindi dobbiamo essere rigidi ma flessibili, concentrati ma rilassati, immobili ma in movimento, mentali e intuitivi, ecc.
La mente si attiva non perché ha una sua inerzia, ma piuttosto perché conseguenza di energie e potenziali che non si manifestano, e pertanto portano iperattività a una parte, come se la mente fosse la valvola della pentola a pressione che inizia a fischiare quando il calore interno supera una certo livello. Per questo possiamo anche ammettere di vivere iperstimolati riuscendo a dominarci. Per esempio se vediamo l’immagine di una pubblicità la mente viene stimolata, un po’ come se ricevesse un colpo di karate diretto al viso, che noi dobbiamo riconoscere e schivare con leggiadria e leggerezza. Capite che le pratiche in sé sono vacue se non vi si inserisce la comprensione profonda della filosofia e la sua interiorizzazione. Così se un bambino iperattivo urla noi freniamo quell’eccesso con la nostra implacabile pacatezza, allo stesso modo se la mente urla la freneremo con dei bagni di silenzio.
Ricordiamo: noi non siamo la nostra mente, che è come uno schermo che possiamo decidere di guardare o spegnere a nostro piacimento, siamo molto più della sola mente, e non siamo solo quello.
Evitare l’uso sistematico di cibi troppo energizzanti nella quotidianità (zucchero, dolci, alcool, caffè, carboidrati iper raffinati, bevande energizzanti).
Per avere tutto sotto controllo finisco per essere sotto il controllo della mente.
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