A Remedia crediamo nell’importanza del gesto dell’uomo, nel fatto a mano e con amore. Al centro dei nostri lavori c’è sempre e comunque la pianta e il suo benessere. Per questo nelle raccolte e in tutte le lavorazioni della terra, del reparto agricolo, seguiamo le indicazioni del calendario Caldeo facendo quindi riferimento ai pianeti e ai loro movimenti.

Ogni pianta è un essere vivente pienamente capace di esprimere la sua unicità attraverso il linguaggio della forma, del profumo, del colore e delle virtù. Il linguaggio attraverso cui la pianta si esprime è simbolico e ci rivela le sue qualità energetiche e psichiche che possono rappresentare i grandi archetipi attraverso cui tutta la vita è specchio e risonanza. 

I pianeti come archetipi

Da sempre questi archetipi sono stati rappresentati dai sette corpi astrali o “pianeti” che troviamo anche personificati nei giorni della settimana:

giorno pianeta vecchio nome latino
 domenica  sole  dies solis
 lunedì  luna  dies lunae 
 martedì  marte  dies marti
 mercoledì  mercurio  dies mercuri
 giovedì  giove  dies iovis
 venerdì  venere  dies veneris
 sabato  saturno  dies saturni

 

Mentre i vecchi nomi latini facevano ancora riferimento ai pianeti e alle rispettive divinità, come tra l’altro avveniva anche in altre lingue antiche, la chiesa in seguito cambiò alcuni nomi per eliminare riferimenti a credenze pagane: il dies solis diventò il giorno del Signore (dominus) e il dies saturno assunse il nome del giorno di riposo ebraico (sabbat).

Muovendoci secondo un pensiero analogico le caratteristiche peculiari che danno forma a una pianta e che si esplicitano attraverso le modalità della pianta possono, su piani diversi, essere rintracciati non solo nei pianeti ma anche nel mondo minerale e animale, nelle emozioni umane come nelle funzioni di organi. Per esempio se penso al Girasole e alle sue caratteristiche non mi è difficile per analogia sentire la sua essenza rivissuta nell'oro, nel leone, nel cuore, nell'espansione e trovare questi simboli così apparentemente diversi e staccati invece espressione di un’idea guida che le trascende ma di cui ognuno, il girasole, l'oro, il leone, ecc. ne è intriso: l'idea archetipo è il SOLE.

Ci sono piante che esprimono principalmente e inequivocabilmente le principali caratteristiche di un solo pianeta e altre che sono l'espressione più o meno chiara di due o tre. Identificare per ogni specie gli archetipi di riferimento, cioè se una pianta è governata per esempio da Sole o da Saturno, apre già il campo ad un atteggiamento che porta a cogliere il messaggio dell'anima della pianta, a sintonizzarsi con la sua essenza e imparare a leggere il suo significato attraverso il linguaggio della forma e delle caratteristiche.

È necessario aprirsi all'osservazione attenta e sincera come primo atteggiamento per entrare in contatto con la Natura. Osservare, che secondo me significa ascoltare con l'apertura di tutte le nostre facoltà di percezione, è imparare a stare in questo atteggiamento fintanto che non si instaura una vera e propria relazione.

Seguire i pianeti nella raccolta

Conoscere le piante anche con riferimento ai pianeti sfocia quasi inevitabilmente all'antica proposta Caldea di compiere il gesto della raccolta e trasformazione seguendo il ritmo della pianta: le piante primariamente lunari saranno nel loro massimo espressivo il lunedì nelle ore della giornata che sono a loro volta espressione della luna, cioè la prima e l'ottava ora del giorno. 

Il calendario caldeo divide il giorno, dal sorgere del sole fino al tramonto, in 12 parti uguali o “ore”. Perciò solo nel giorno dell’equinozio queste “ore” sono di 60 minuti, in inverno sono più corte e in estate più lunghe. Ogni “ora” corrisponde a un pianeta e la prima “ora” del giorno è sempre governata dal pianeta del giorno stesso. Perciò la domenica la prima “ora” è del sole, la seconda di venere, la terza di mercurio, la quarta di luna, la quinta di saturno, la sesta di giove, la settima di marte e l’ottava di nuovo di sole e così via. Per calcolare le “ore” caldee bisogna sapere a che ora sorge e tramonta il sole nel luogo e giorno di raccolta. Potete trovare un esempio di calcolo nel riquadro.

Seguire il ritmo della pianta è un ulteriore aiuto per metterci completamente e con cura al suo servizio, con consapevolezza e passione. Forse è un argomento arduo ma mi viene spontaneo affermare che le piante sentono la nostra dedizione ed è a questo atteggiamento che affidano le loro virtù, i loro segreti, le loro proprietà. Sto imparando questo e questa modalità di cuore si è rinforzata ed è stata nutrita negli anni anche dai semplici gesti di raccogliere, tagliare, preparare e miscelare erbe, gesti compiuti con la compiacenza dei ritmi celesti e terrestri.

 

Esempio di calcolo

Potete trovare gli orari di alba e tramonto per ogni comune sul sito http://www.comuni-italiani.it scegliendo il comune interessato dall’elenco provinciale o regionale. Nella pagina del comune troverete sotto “Link utili” la voce “Alba e Tramonto”. 

Se il sole sorge alle ore 5:50 e tramonta alle ore 18:38 la durata della giornata di sole è di 12 ore e 48 minuti = 768 minuti. 
768 diviso 12 = 64.

La durata di una ”ora" diurna è di 64 minuti, mentre delle “ore” notturne (dalla 13a ora) è di 56 minuti:

1a ora 5:50 - 6:54
2a ora 6:54 - 7:58
3a ora 7:58 - 9:02
4a ora 9:02 - 10:06
5a ora 10:06 - 11:10
6a ora 11:10 - 12:14
7a ora 12:14 - 13:18
8a ora 13:18 - 14:22
9a ora 14:22 - 15:26
10a ora 15:26 - 16:30
11a ora 16:30 - 17:34
12a ora 17:34 - 18:38
13a ora 18:38 - 19:34
e così via.

Piante solari

Tutte le piante sono comunque solari, proprio per la funzione principale della fotosintesi clorofilliana che senza luce del sole non è possibile. Ogni suo raggio viene elaborato dalla pianta, che con la fotosintesi clorofilliana fa in modo che la SOSTANZA da energia si trasformi in VITA. Il sole è simbolo di VITA, e questo simbolo è rappresentato dal cuore, il cuore che irradia il suo fluido in tutto il corpo. Il cuore presso gli antichi era la sede propria della coscienza. Il Sole è la coscienza, la sorgente integrale della vita. Le piante solari riportano alla luce del sole, al calore e all'amore del nostro cuore, donano consapevolezza e valore alla nostra interiorità. La bellezza che nutrono è fatta di luce, magnetismo, regalità.

L'archetipo femminile che sostengono o evocano è la Regina, colei che è consapevole del proprio valore e sa che non proviene dall'esterno ma solo dal riconoscimento e rispetto di sé stessa.

 

Piante lunari

Nello specchio della luna possiamo osservare l'intero ciclo della vita e la sua mutabilità. È la materia che si lascia fecondare. L'errabonda pellegrina del cielo che porta ritmo al fluire, che mantiene il movimento delle acque e che con l'acqua porta fasi e movimento alla vita. La luna è morbida, luminosa, ma anche scura, buia, ignota. Le piante lunari hanno a che fare con gli umori, i liquidi, la linfa. Si tratta di piante succose, mucillaginose, rotonde e carnose, piante nutrienti. Piante umide capaci di equilibrare gli eccessi di calore e fuoco. La bellezza della luna è fatta di morbidezza, pienezza, di dolcezza magnetica, è la bellezza che attenua, che porta mistero che riporta alla sacralità delle fasi della vita.

L'archetipo femminile che le piante lunari evocano è quello della Madre che dice di sì alla vita, la protegge, la cresce e la nutre.

 

Piante marziane

Marte è il principio del dinamismo, della forza, dell'energia e del movimento. Senza la forza di Marte il mondo sarebbe inerte e la forza puramente statica. Con l'impulso di Marte la volontà ha uno scopo verso cui dirigersi. Marte sostiene l'energia dell'istinto di sopravvivenza attraverso la quale la vita protegge se stessa ed è energia di conquista e di espansione. Le piante Marziane sono combattenti e calde, spesso brucianti e piccanti, capaci di difendersi in spini e peli urticanti, promuovono processi metabolici attivandone il fuoco, stimolano la produzione di ormoni, rinforzano la linea rossa del sangue. La bellezza che promuovono le piante marziane è la forza che toglie la stasi, l'accumulo di freddezza, l'inerzia di ciò che ristagna.

L'archetipo femminile che le piante marziane evocano è quello della guerriera che difende la vita vulnerabile, che conosce i propri punti sensibili e li affronta con cura.

Piante Mercuriane

Mercurio in cielo è il pianeta più veloce, e il dio Mercurio era rappresentato con le ali ai piedi; il messaggero degli Dei. Nel principio di Mercurio si manifesta la facoltà che rende l'universo cosciente di se stesso. Mercurio è instabile, in movimento perpetuo diffonde, disperde le energie sotto il controllo del mentale. Fra le piante Mercuriane troviamo quelle aromatiche e che proteggono la buona comunicazione, ricche di complessi eterei, vitaminici ed enzimatici. Sono spesso piante che esplorano e si muovono nello spazio con una buona relazione con elemento ARIA. La bellezza in Mercurio è emanazione, scambio, esplorazione, movimento, velocità e comunicazione. Le piante Mercuriane rendono chiaro ciò che è represso. Avere un buon Mercurio equilibrato aiuta la profusione di ciò che abita dentro. Una delle modalità più consone a Mercurio è il profumo attraverso il quale l'essenza della persona si manifesta al mondo.

L'archetipo che le piante mercuriali evocano nel femminile è quello della creatività, come modalità di esprimere ciò che parte e muove da dentro.

 

Piante gioviane

Se Saturno nega la sua prole, Giove che viene da Juppiter dopo a Zoe (vita) padre della luce, è il re degli Dei e non il tiranno, è colui che afferma chi ha generato. Giove di accoppia con tutte le dee e le ninfe di questo mondo per generare altre deità tanto da permettere le innumerevoli manifestazioni del pianeta. Giove è espansione, generosità, creatività regalità che governa fino all'ultimo angolino, è l'azzurro del cielo vasto. Giove parla nel corpo attraverso due ghiandole governanti: l'ipofisi ed il fegato. La prima regola e governa la crescita e coordina il lavoro di altre deità come le altre ghiandole endocrine. La seconda è il fegato, a cui spetta il compito di scindere gli alimenti per trarne energia da ridistribuire a tutto il corpo. Il simbolo gioviniano è portatore di ricchezza, munificenza, crescita, ampiezza di vedute, giovialità appunto e fede nella vita. Le piante gioviane corroborano, equilibrano i processi metabolici, sostengono fegato e migliorano la funzionalità delle ghiandole endocrine. La bellezza che nutrono è fatta di abbondanza, generosità, ricchezza, presenza e passionalità.

L'archetipo femminile che evocano è quello della donna che ride dove il riso o la risata liberano dal lamento delle preoccupazioni della vita. Ridere significa abbandonarsi alla fiducia, generare positività e trasmetterla agli altri, il ridere crea comunità, condivisione. È un’energia di espansione; il riso dona leggerezza alla sacralità dell'esistenza e la rende santa.

Piante Venusine

Venere rappresenta il supporto che permette alla vita di avere luogo e di perpetuarsi. Nasce dalla schiuma che è un'intima unione fra aria ed acqua, fra intelligenza e passione. Venere è la forma di energia ancestrale che esce dai Reni del Cosmo, così come nell'uomo. È la dea della tensione amorosa tra cielo e terra, tra caldo e freddo, fra umido e secco. Il colore di Venere è il verde, al centro dell'arcobaleno così come quello di Marte è il rosso. Rosso e verde sono complementari. Venere è armonia, equilibrio, ponte fra tutti i fenomeni, simpatia che permette rapporti armonici, piacevoli, amabili, è il gusto dell'arte e della bellezza. Le piante venusine sono intrise di armonia e placano nel loro abbandono orizzontale la verticale erezione di Marte. Così armonizzano fuoco e acqua nel corpo, acido e basico, donano uno sviluppo armonico, favoriscono equilibrio nei processi riproduttivi e di ricambio. La bellezza che nutrono è l'armonia, la grazia, la capacità di abbandonarsi e lasciarsi amare, raggiungere, trovare.

L'archetipo femminile che sostengono è quello di Maria Maddalena, permettere di essere amata, sperimentare il vero amore incondizionato (Gesù fa provare questo a Maddalena) cosicché ella possa poi amare ciò che vi è in lei.

In questo modo l'amore libera.

 

Piante saturnine

Saturno rappresenta la forza di contrazione che possiede l’Universo. Il fuoco che diviene materia. È Saturno che nella mitologia pone fine al caotico amplesso senza tempo fra Urano (il cielo stellato) e Gea (Madre Terra) che lo supplica di ritrovare una sua identità interrompendo questo amplesso immerso nell’eternità. Saturno evira il padre Urano e getterà i testicoli in mare dalla cui schiuma nascerà Venere. Saturno evira Urano per poter regnare al suo posto. Urano, l’Antico dei Giorni è libertà, Saturno è determinazione e relegherà Urano ai confini dell’Universo. L’archetipo Saturnino incarna il potere della cristallizzazione, della freddezza, il sacrificio, la rigidezza, tutto ciò che si coagula e prende forma nella materia. È ascesa dello Spirito nella Materia. Il colore è il viola e con Saturno nasce il concetto dello spazio-tempo inteso come lunghezza d’onda (spazio) e la frequenza con cui vibra che è l’espressione del tempo. Attraverso Saturno tutto si coagula, si materializza fino a perdere luce ed energia. È quello che succede nelle stelle che muoiono alla loro luce, diventano ammassi di neutroni terribilmente compatte e buie e poi esplodono in modo che sia concessa loro l’evoluzione verso la dimensione energetica. Saturno è la Janua Coeli, la parte del cielo attraverso cui la costrizione e la libertà o espansione si alternano e si riconoscono l’una nell’altra. Quando Saturno con il suo taglio separò il fuoco uraniano dal ribollente magma terrestre ne determinò il raffreddamento e la coagulazione. Si formò la crosta terrestre solida e cristallina. Per analogia le piante che incarnano il principio Saturnino sono quindi piante strutturate, vicine al regno minerale, cupe e resistenti all’attacco del tempo, forse piante senza tempo, antiche e longeve, dalle proprietà emostatiche, vasocostrittrici, remineralizzanti, piante dal carattere freddo e compattante. Sono piante che rinforzano la struttura del corpo, ossa, capelli, unghie, connettivo, riportano all’osso, al nocciolo, alla legge, all’ordine. La bellezza che nutrono è quella dell’antica forza, dello stare nel concreto, nel coagulare ciò che tende a perdere forma, nel vedere lo spirito dentro la materia, nell’evidenziare l’armonia di ciò che è scarno, essenziale, risoluto.

L’archetipo femminile che sostengono le piante Saturnine è quello della Saggia fredda ed essenziale, ossuta e consunta dalla vita, dove la vita si è spesa in abbondanza e ora rimane la cenere ricca di minerali.

 

 

Tratto da "Petali e rugiada - Le piante per la tua cosmesi autoprodotta" di Lucilla Satanassi e Hubert Bosch, Humusedizioni 2010

 

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