Il Larice è una conifera che si distanzia per morbidezza e grazia dalle sue consorelle appartenenti alla famiglia delle Pinaceae ed è l’unica in Europa che perde le foglie in autunno, caratteristica estremamente rara nelle conifere. Questo rende il Larice resistente alle basse temperature, infatti riesce a sopravvivere fino a – 50° C. Grazie alla sua resistenza e alla capacità di adattare la sua crescita a condizioni estreme, troviamo il Larice in montagna fino a 2500 m di altezza, quota proibitiva per qualsiasi altro albero, eccetto il Pino Cembro, di cui è spesso compagno. È un albero che prospera solo nell’aria pura di alta montagna.
In autunno le foglie si colorano di tutte le tonalità dell’oro prima di cadere, offrendo uno spettacolo unico che riempie il cuore di speranza e allegria.
Il Larice ha fatto di tutto per distinguersi dalle altre conifere. Ha un aspetto solare, a partire dal suo forte bisogno di chiara luce, motivo per cui cresce praticamente solo sul versante meridionale delle Alpi. I suoi aghi radi lasciano passare il sole fino a terra. Mentre le altre conifere danno l’impressione di immutabilità, il Larice è un esempio di rinnovamento. Tutti gli anni in primavera emette di nuovo gli aghi, che, con il loro colore verde chiaro, rappresentano bene il suo carattere mobile, forte e delicato contemporaneamente. In autunno gli aghi assumono il colore del sole, annunciando la loro morte con la gioia di chi è consapevole che ci sarà un nuovo ciclo.
Non sorprende che il Larice sia stato considerato l’albero che esprime il lasciare andare il vecchio, il rinnovamento necessario per seguire la propria strada, la fiducia in quello che viene. Era considerato l’albero che scioglie gli indurimenti e libera le energie bloccate.
Nell’arco alpino si raccontano numerose leggende legate alle Saligen, delle fate che vivono in meravigliosi palazzi all’interno delle montagne. Sono legate al Larice, che rispecchia il loro splendore, e amano ballare e cantare sotto questo albero. Benché siano sempre disposte ad aiutare le persone in difficoltà, non si fanno vedere molto volentieri. Di notte ballano e danzano sotto i Larici e nessun uomo deve avvicinarsi, altrimenti viene coinvolto in uno scatenato gioco amoroso finché non giace esanime per terra.
Le leggende raccontano di diversi giovani che hanno sfidato questo divieto e sono stati trovati morti la mattina dopo. Anche se puniscono l’intromissione e il tradimento con la morte sono in realtà ben disposte ad aiutare chi si trova in difficoltà. Possono donare fili per la tessitura che non finiscono mai, regalare semi che producono piante miracolose, proteggere gli animali. Un’usanza ancora praticata oggi in alcune zone alpine è quella di attaccare il 30 aprile, la notte delle streghe, una fascia di rami di Larice sopra porte e finestre dell’abitazione e della stalla, così le Saligen tengono lontane le forze negative e le streghe per un anno.
In molte zone dell’arco alpino in cui sono presenti i Larici esistono molteplici leggende su di loro. I racconti più frequenti riguardano persone che hanno perso la strada e grazie al loro aiuto riescono a ritrovare la giusta direzione.
Una volta si usava il decotto della corteccia di Larice contro eczemi e psoriasi, mentre una pomata preparata con la resina era considerata un efficace rimedio contro reumatismi e gotta. Diverse preparazioni fatte con gli aghi vengono usate contro raffreddore, bronchite e tosse.
L’olio essenziale di Larice assomiglia come proprietà a quello del Pino, si usa per vari problemi delle vie respiratorie e per attivare la circolazione. La famosa trementina veneta, la più ricercata dai pittori, veniva prodotta tramite la distillazione della resina del Larice.
Il Fiore di Bach Larch dona fiducia nelle proprie capacità e aiuta a superare insicurezze, complessi di inferiorità e la paura di non essere all’altezza.
Il gemmoderivato preparato dalle gemme è un protettore vascolare e un ottimo rimedio di prevenzione contro le malattie cardiovascolari. Si può utilizzare in tutte le affezioni del sistema capillare di arterie e vene e pure del sistema linfatico. La sua azione è vasotonica e antidegenerativa. Le sue proprietà sono antiossidanti, anti radicali liberi, antinfiammatorie e cicatrizzanti. Migliorare la funzionalità dei capillari significa interagire con i 100.000 km di microvasi del nostro corpo - equivalenti all’80% di tutto il nostro sistema vascolare - che nutrono incessantemente tutti i tessuti, provvedono all’ossigenazione e al fisiologico trofismo.
Remedia ha sviluppato dei preparati in grado di avvicinare le persone agli alberi e aprirle alle qualità che ogni specie rappresenta: lo Spirito degli Alberi. Questi nuovi rimedi sono composti da 5 estratti di parti diverse dell’albero, per trasmettere integralmente il suo messaggio in tutti i suoi aspetti fisici e nella sua idea archetipica.
Lo Spirito del Larice porta l’atmosfera cristallina dell’alta montagna e insegna che possiamo trovare la felicità nella purezza di faccende, esperienze e conoscenze essenziali, siano esse pratiche o spirituali. Ci mostra lo splendore della vita semplice che si rinnova con gioia, giorno dopo giorno, nell’eterno ciclo della vita.
Lo Spirito del Larice serve a:
Il Larice ci porta in alto, nella purezza della montagna e vicino al cielo, a guardare il mondo da una nuova prospettiva in cui il chiasso, le distrazioni e le vicende superflue del mondo perdono significato. Così possiamo scoprire la bellezza e la gioia delle cose semplici ed essenziali, quelle che ci rendono veramente felici. Guardare gli avvenimenti terrestri dall’alto li mette nella giusta luce, ci fa capire cosa è veramente importante per noi e ci aiuta a scoprire le circostanze che non contribuiscono alla nostra felicità, per poterne poi prendere le giuste distanze.
Questo luminoso albero che sta bene solo nell’aria pura della montagna ci avvicina al candore del nostro vero essere. Con la luce della purezza dell’anima negli occhi possiamo scorgere lo splendore del mondo intorno a noi e realizzare che non è altro che un riflesso di quello che riusciamo a vedere dentro di noi. Lo Spirito del Larice ci fa sentire la comprensione di Madre Terra che ci protegge in ogni momento. La sua protezione permette di sperimentare la gioia che si può trovare nel rinnovamento. Quando lasciamo morire una parte vecchia può nascere qualcosa di nuovo che arricchisce e porta a nuove ed entusiasmanti esperienze. Ci insegna che la vita è bella, al di là degli avvenimenti.
Con il suo aiuto possiamo conoscere la possibilità di volare in alto senza perdere il collegamento col suolo. Ci propone di trovare un contatto leggero e gioioso con le nostre radici e con la terra, consapevoli di quanto sia importante sapere dove appoggiare i piedi, su quali fondamenta costruire la propria vita. Aiuta a trovare l’elasticità che rende il nostro cammino leggero, sciogliendo gli indurimenti.
Come ci insegna la medicina olistica, ogni disturbo fisico va indagato guardando alle cause e non al sintomo, al sistema e non all’organo, al riequilibrio e non alla cura. Lo Spirito degli Alberi è il rimedio adatto per stimolare il processo di autoguarigione del corpo, visto come di mente, corpo e spirito.
In particolare, lo Spirito del Larice potrebbe risultare utile per sostenere l’organismo a ritrovare il suo equilibrio e benessere, nel caso di queste manifestazioni:
Questa pratica è un po' un surrogato della presenza di questo albero. Ci permette però di entrare nel suo messaggio e nella possibilità di fare esperienza di una comunicazione profonda e gioiosa con i nostri compagni di viaggio. Si tratta semplicemente di salire su un grande Albero, magari proprio quello della nostra infanzia, quello del giardino, del parco, della casa in campagna. Salirci con fatica, con la scala, facendoci spingere da sotto da qualcuno, per poi rimanere appollaiati e guardare il mondo da lì. Per un po’ o per tanto, poco importa. Possiamo sussurrare parole, domande, quesiti, invocazioni alle foglie, sui rami, lasciando che il calore della nostra espirazione li raggiunga. Si potrà scrivere un libro su tutto ciò che udiremo.
Tratto da Incontri con lo Spirito degli alberi, di Lucilla Satanassi e Hubert Bosch, Humusedizioni 2019
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