Pratiche ed esercizi di visione naturale conducono a vedere in modo consapevole, presente, attento, permettendo alle naturali funzioni visive di esprimersi al meglio, in equilibrio e armonia. Andiamo a vedere gli esercizi per salvaguardare gli occhi stanchi, specialmente di chi sta tanto davanti ai dispositivi elettronici.
Il lavoro, per molti di noi, è sinonimo di attività a distanza ravvicinata, in ambienti chiusi, per tanti, anche con il computer o con gesti ripetitivi (pensiamo alla cassa del supermercato), che comportano un superlavoro per il sistema visivo e per la postura. Ecco suggerimenti e semplici esercizi ad hoc.
Dedichiamo brevi momenti di riposo agli occhi, brevi pause rilassanti, con una certa regolarità:
• spostiamo gli occhi e il capo in tutte le direzioni, sciogliendo il collo e le spalle;
• battiamo intenzionalmente le palpebre;
• attiviamo la retina sollevando lo sguardo di tanto in tanto, osservando l’ambiente dove lavoriamo con attenzione e curiosità;
• guardiamo regolarmente fuori dalla finestra o, in alternativa, un bel quadro di paesaggio su una parete, e coltiviamo la visione da lontano, ad esempio quando telefoniamo, cambiamo ufficio, o andiamo in bagno;
• quando telefoniamo con il cellulare e siamo in viva voce o con auricolari o cuffie, se non abbiamo necessità di guardare lo schermo, spostiamo altrove lo sguardo;
• cambiamo posizione, alziamoci, stiracchiamoci;
• utilizziamo pause di 2-3 minuti per un esercizio di rilassamento, per esempio Palming o Sunning-Palming;
• ogni tanto osserviamo il nostro respiro, e respiriamo a fondo!
Controlliamo occhiali, monitor e illuminazione:
• gli occhiali dovrebbero essere adeguati per la distanza di lavoro: il minimo indispensabile, non quelli per lontano o per cucire;
• occhiali sempre puliti;
• attenzione al monitor: controlliamo l’assenza di riflessi a schermo spento, la sua adeguata distanza e posizione, che sia pulito;
• curiamo l’illuminazione e l’ambiente: la prima né scarsa né eccessiva, il secondo che sia gradevole (cose belle da guardare) e con il giusto il microclima.
Buon lavoro!
Palming e oscillazioni ampie sono due modalità diverse e complementari per rilassare profondamente occhi, corpo e mente, e alleggerire le tensioni fisiche e mentali che bloccano il flusso energetico visivo. Rilassamento profondo e dinamico... pura magia!
Nella sua semplicità, il Palming è la pratica che più si avvicina alla meditazione. Postura, atteggiamento e respirazione sono particolarmente curati, in modo che la mente, seguendo il respiro, si liberi dalle tensioni, lasciando andare il controllo sul corpo (e sugli occhi), orientandosi verso un atteggiamento più consono al rilassamento dinamico e alla piena attenzione. L’invito è di introdurre il Palming nella routine quotidiana, di farne tesoro, e di trovare il proprio luogo e la propria modalità per raggiungere lo stato di rilassamento nella presenza.
Succede spesso che i nostri problemi di vista siano il riflesso del non vedere noi stessi, chi siamo e dove stiamo andando, del non avere autostima e non riconoscere il nostro valore, i nostri talenti, il nostro ruolo all’interno di un contesto.
Se ci riflettiamo è quasi scontato: come possiamo pensare di vedere il mondo esterno se no vediamo prima di tutto noi stessi? Se non ci riconosciamo nei nostri talenti e nelle nostre possibilità? Lo spirito del Frassino è un grande alleato sulla strada della conoscenza di sé. Ci aiuta a vedere chi siamo veramente e permette di lasciare cadere le maschere dietro le quali ci nascondiamo, facendoci sentire protetti e amati.
Il Frassino ci dona anche una grande lucidità, che consente di percepire il mondo intorno a noi con grande consapevolezza e amore, e quindi di riconoscere il nostro ruolo dentro questa grande ruota. Saper vedere noi stessi è indispensabile per trovare la nostra strada, la vera realizzazione, il nostro compito nel cammino terrestre. Il Frassino è un ottimo compagno in questo, è uno degli Alberi pionieri. Lo Spirito del Frassino chiarisce la visione e dona lucidità, con la consapevolezza che ciò che è fuori rispecchia ciò che è dentro. Frassino è proteso verso il cielo, con le sue foglie, come i fotorecettori retinici, accoglie la luce ma, nello stesso tempo, è ben saldo a terra, con leggerezza. La pratica di connessione con il Frassino è il Palming: quando siamo in prossimità
di un Frassino, o desideriamo incontrarlo tramite il soffio o le gocce, portiamoci in Palming e immaginiamo di pulire, lucidare i nostri occhi, per risplendere nel sole.
Le oscillazioni ampie sono un esercizio fondamentale, un evergreen del Metodo Bates, insieme al Palming. Pratica fisica e meditativa di origine chiaramente orientale, conduce a una profonda centratura, al radicamento, all’equilibrio interiore, liberando dalle tensioni il corpo e gli occhi. Invita a lasciare andare, a non aggrapparsi, pur restando presenti. Il respiro, come in tutte le
pratiche di visione naturale, gioca un ruolo fondamentale: se trattenuto, l’oscillazione diventa sgradevole, difficoltosa, pesante. Quindi, attenzione protratta al respiro.
Siamo in piedi, lo sguardo all’orizzonte, le braccia abbandonate lungo i fianchi. Spostiamo il peso del corpo a sinistra e poi a destra e, con una piccola spinta del piede che solleva il tallone, imprimiamo al corpo un’oscillazione ritmica. Gli oggetti sullo sfondo sembreranno muoversi nel senso opposto al nostro. Lasciamo che tutto ciò che ci circonda scivoli via senza soffermare lo sguardo su qualcosa in particolare, l’unica cosa da fare è lasciarlo libero di scorrere, senza fermarsi su niente. Respiriamo con la pancia, battiamo le palpebre, spostiamo il peso da un piede all’altro, e lasciamo morbidi collo, spalle e braccia. Questo, insieme al Sunning, è l’esercizio perfetto da fare all’aperto. Lo si può praticare anche in casa, anche a occhi chiusi: in questo caso le luci e le ombre scorreranno in senso opposto al nostro movimento, con un effetto molto rilassante.
Le oscillazioni ampie mettono insieme movimenti degli occhi e movimento apparente, rilassamento, centro e periferia, e facilitano il coordinamento di occhi e corpo. Il ritmico dondolio da un piede all’altro crea un’oscillazione del corpo che si trasmette agli occhi, unendo il movimento dell’uno al movimento degli altri; contemporaneamente, lo sfondo scivola in direzione opposta al movimento del corpo, come quando siamo sul treno e guardiamo fuori dal finestrino.
Tutto questo genera rilassamento del capo, del collo e delle spalle; i muscoli oculomotori, correttamente stimolati, si rilassano anch’essi, rilasciando le tensioni. Lo scivolamento dello sfondo sulla retina stimola nello stesso momento periferia e centro; è un continuo agganciare un nuovo oggetto e lasciarlo immediatamente andare. Il corretto rapporto tra centro e periferia ci stabilizza nello spazio, ne amplifica il senso di tridimensionalità e di profondità, e noi abbiamo la sensazione che il campo visivo si espanda, di essere nel suo centro perfetto, al posto giusto, dove è giusto che siamo.
Praticare le Oscillazioni ampie all’aperto è davvero bello: al mare, seguiamo la linea dell’orizzonte e spaziamo lontanissimo con lo sguardo; in un bosco, o al parco, gli alberi che scorrono generano movimento apparente, e quando ci fermeremo, sperimenteremo un grande senso della profondità. In casa, possiamo praticare davanti a una finestra, se vogliamo guardare più lontano, o in terrazza. Bates sosteneva che 5 minuti di oscillazioni ampie prima di dormire favorissero anche il sonno.
Quando ci prendiamo del tempo per noi, possiamo utilizzare le energie sottili degli oli essenziali diffondendo il loro aroma nell’ambiente per placare la mente, attenuare quella vocina che ci ricorda le mille cose da fare e finalmente rilassarci e mantenere il focus sul nostro intento. Gli oli essenziali che ci possono accompagnare sono quelli che permettono un ampio respiro come quelli estratti dalle conifere, che ci daranno l’impressione di trovarci in mezzo ad un bosco:
Pino Silvestre: il suo aroma induce una sensazione di buonumore, attenua la stanchezza e limita la fiacchezza del fisico e della psiche.
Pino Mugo: bellissima conifera di alta quota, ama le sfide, le condizioni difficili e le alte cime. Aiuta a riconnettersi con il proprio ciclo vitale, a ritrovare un equilibrio tra l’ambito materiale e quello spirituale.
Abete bianco: ha delle forti proprietà riequilibranti: viene infatti utilizzato per cercare di lenire stati umorali negativi o depressivi.
Bergamotto: meraviglioso agrume che attenua lo stress e la confusione mentale, aiutando a ritrovare l’ottimismo perduto.
Lavanda vera: riporta equilibrio a tutti i centri energetici del nostro corpo (chakra), in particolare armonizza i centri inferiori con quelli superiori. Favorisce la meditazione e aiuta a integrare la spiritualità con la vita quotidiana.
Menta: col suo aroma fresco e intenso risveglia la gioia di vivere e la vitalità.
Limone: agisce sul sistema nervoso e sulla psiche con la sua azione calmante. Aiuta in caso di disturbi d’ansia e nervosismo, sostiene, infonde coraggio e determinazione.
Un altro fantastico albero che può aiutarci nel nostro intento è sicuramente il Sorbo. Non troppo grande ma sicuramente molto vistoso, quando le sue brillanti bacche spiccano tra le foglie anche gli uccellini non se lo lasciano sfuggire. Lo Spirito del Sorbo aiuta a trovare il nostro centro. Ci incoraggia a scoprire la gioia del vivere nell’eterno presente e a relazionarci in modo equilibrato con il passato e il futuro. Il Sorbo facilita lo stare nel particolare con misura, senza perdere il senso dell’infinito.
Il Sorbo ci aiuta a trovare nella meditazione la forza e la calma utili a vivere meglio. Possiamo trovare il nostro posto e a seguire la realizzazione della nostra vocazione con grande dinamismo. Aiuta a raggiungere la centratura che ci consente di dare significato a quello che facciamo e di rendere riconoscibile il nostro vero essere. Possiamo utilizzare le gocce, per uso interno, 4 gocce 3-4 volte al giorno, per potare quello stato di Mindfulness nella nostra vita quotidiana, oppure il soffio, per regalarci un’opportunità di centratura in più durante le nostre pratiche.
La pratica del Sunning, o bagno di luce diventa ancora più importante, in questi anni adulti, nei quali ci troviamo a trascorrere tanto tempo in luoghi chiusi, e tendiamo a diventare presbiti con l’età. Il bagno di luce infatti, correttamente eseguito, stimola il movimento delle pupille mantenendo elastici i muscoli dell’iride che le dilatano e restringono, favorendo l’adattamento alla luce, che è nutrimento, in modo dolce. Ugualmente, i bagni di colore, come l’esercizio chiamato “vedere l’azzurro” (perfetto in estate) o con i cartoncini colorati, rilassano e nutrono i fotorecettori retinici fino alla corteccia visiva.
Vediamoli nel dettaglio.
• Sunning
In piedi di fronte al sole, senza lenti a contatto o occhiali, in posizione comoda, orientiamo il viso e gli occhi, ben chiusi, verso il sole. Il calore del sole nutre e rilassa i globi oculari, i muscoli,
le vie nervose, dalla retina fino alla corteccia visiva. Spostiamo lentamente la testa in tutte le direzioni, avendo l’accortezza di lasciare libero il respiro, attenti alle sensazioni che ci arrivano.
Continuiamo per qualche minuto, assaporando il piacere prodotto dai raggi del sole che rilassano il viso e accarezzano gli occhi, filtrati dalle palpebre abbassate. Respiriamo liberamente e lasciamo oscillare la testa in tutte le direzioni. Con le mani ben aperte intercettiamo i raggi del sole, producendo giochi di luce e ombra. Poi, portiamo le mani al viso per qualche minuto di Palming.
Infine abbassiamo la testa e allontaniamo lentamente le mani prima di aprire gli occhi, lontani dal sole diretto. Possiamo fare Sunning anche comodamente seduti. Quando il sole non c’è, a occhi aperti contempliamo le nuvole grigie; a seguire qualche minuto di Palming.
Quindi dov’è la differenza tra prendere la tintarella, prendere il sole sul viso, e fare Sunning? Nella consapevolezza che il Sunning è una pratica per gli occhi e la vista, nella consapevolezza di portare agli occhi l’energia del sole per rilassarli e nutrirli, nell’attenzione e nella presenza alle sensazioni e percezioni che si susseguono durante la pratica. Facciamoci osservatori di ciò che accade, momento per momento, respirando.
• Vedere l’azzurro
Siamo distesi comodamente su una sdraio o una stuoia, in modo che lo sguardo sia indirizzato verso il cielo, non nella direzione del sole, cercando i momenti in cui è più azzurro. Respiriamo profondamente qualche volta ad occhi chiusi, lasciando uscire, durante l’espirazione, tutte le tensioni dal corpo e dalla mente, mantenendo una presenza continua di noi stessi. Apriamo gli occhi e guardiamo il cielo azzurro sopra di noi, senza fissare nulla. Nel campo visivo potrebbero intrufolarsi nuvole, alberi, non importa, continuiamo a guardare nella direzione del cielo azzurro. Manteniamo la testa ferma e, se lo desideriamo, muoviamo delicatamente gli occhi disegnando movimenti lenti in tutte le direzioni, senza fissare lo sguardo su nulla; i movimenti saranno lenti e “rotondi”, privi di spigolature e di scatti; possiamo provare a disegnare con lo sguardo figure e forme, cerchi, il simbolo dell’infinito, sempre mantenendo l’attenzione rilassata ma presente a ciò che stiamo facendo. Uccelli in volo attraversano il cielo sopra di noi: seguiamoli con lo sguardo fino a che scompariranno.
Concludiamo con qualche minuto di Palming o di relax a occhi chiusi
• Bagno di colore
La luce è colore, il colore è energia, vibrazione. La cromoterapia è, nella medicina alternativa, la terapia che si serve dei colori per la cura delle malattie, nell’idea che questi possano aiutare il corpo e la mente a ritrovare il loro naturale equilibrio. La bella notizia è che esiste la cromoterapia per la vista, nata per portare l’energia, la vibrazione dei colori ai fotorecettori retinici e alla via nervosa visiva. Rimando al manuale di W. H. Rosenbauer in bibliografia con la sua trattazione approfondita per appassionati e curiosi.
Ora, vediamo come fare un semplice, rilassante e insieme energizzante bagno di colore. Occorrono un cartoncino colorato, un foglio bianco o nero, un paio di forbici. Con il cartoncino, ritagliamo una forma a piacere grande più o meno 7-8 cm (un cuore, un pesce, un fiore, una forma geometrica...) e la poniamo al centro del foglio bianco o nero. È importante che siamo bene in luce, meglio se naturale, senza che sia abbagliante. Osserviamo con attenzione rilassata la formina al centro del foglio, lasciando gli occhi liberi di fare ciò che desiderano, di stare fermi oppure muoversi, restando però nei confini della forma senza andare nello sfondo bianco o nero, per circa un minuto. Battiamo le palpebre e respiriamo. Chiudiamo gli occhi, spostiamo la forma, riapriamo gli occhi guardando il foglio bianco o nero. Aapparirà una zona colorata grande circa come la formina, di un colore simile al suo complementare: si chiama post-immagine, ed è il segno indiretto della stimolazione retinica. Ripetiamo una seconda volta.
Al termine, copriamo gli occhi in Palming. I colori utilizzati nella cromoterapia della vista secondo Rosenbauer sono: rosso, arancio, giallo, verde, turchese, blu elettrico, viola, magenta; ma possiamo divertirci con qualsiasi colore. Tutte queste pratiche energetiche si concludono con il Palming.
Osserviamo cosa accade dentro di noi, con presenza e consapevolezza, sia durante la pratica, sia durante il Palming; e cosa accade alla nostra visione quando riapriamo gli occhi al termine del Palming. Sarà bellissimo…
Tratto dal Quaderno di frontiera "Vedo bene", Humusedizioni, I ed. luglio 2022
Autori: Maria Teresa Tartaglia, Giulia Sama
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