La fibromialgia, nota anche come sindrome fibromialgica o sindrome di Atlante, in medicina ufficiale viene classificata nell’ambito dei reumatismi extra-articolari, ed è classificata come malattia reumatica. È di fatto una sindrome “non specifica” che si può manifestare con svariati sintomi e che per questo richiede un approccio multidisciplinare.

Quali sono i sintomi più comuni

Dolore cronico diffuso: descritto come un dolore sordo e costante che può essere definito bruciante, pungente, tirante, pruriginoso o compressivo. Il dolore è diffuso, cioè presente sia nell’emisoma destro che in quello sinistro, al di sopra e al di sotto della linea del diaframma. Il livello del dolore varia in relazione ai momenti della giornata, e spesso è più forte al mattino, ai livelli di attività, alle condizioni atmosferiche, allo stress e ai ritmi del sonno.

  • Affaticamento: nel 90% delle persone affette è caratteristica la stanchezza, presente già dal mattino e con ridotta resistenza agli sforzi, anche minimi, durante la giornata.
  • Disturbi cognitivi: i dolori sono di solito accompagnati da una confusione mentale denominata “fibro-fog”. Difficoltà nella concentrazione, nella focalizzazione e nell’attenzione, perdita di memoria a breve termine (episodica e semantica), difficoltà nel ragionamento logico e alterazione del giudizio, perdita della fluidità verbale con eloquio rallentato.
  • Disturbi del sonno: la fibromialgia è quasi sempre accompagnata da un sonno disturbato e non ristoratore, con frequenti risvegli notturni. La sensazione al mattino è quella di non aver riposato affatto, ed è accompagnata da un umore molto instabile. Alcune ricerche hanno riscontrato il disturbo del sonno alfa-delta, ( presente anche nelle situazioni di depressione e di sindrome da stanchezza cronica). Il sonno profondo e riposante è dominato dalle onde delta dell’EEG. Le onde alfa invece sono caratteristiche del dormiveglia, della meditazione e del sonno superficiale. Le persone fibromialgiche, quando raggiungono lo stato delta, tornano bruscamente allo stato alfa, con improvvisa riaccensione dell’attività mentale. In questo modo esse beneficiano al massimo del 20% di quel sonno profondo, durante il quale i muscoli rilasciano la tensione (adrenalina) e recuperano le loro forze (magnesio). Queste persone possono dormire anche per lunghi periodi, ma il sonno risulta spesso interrotto dal dolore. Spesso sono presenti anche altri disturbi del sonno, come la sindrome delle gambe senza riposo.

Si è riscontrato un peggioramento di questi sintomi in presenza di stress, ansia, freddo e umidità.

Spesso sono presenti altre sintomatologie croniche, come ad esempio:

  • cefalee, emicranie e altri mal di testa;
  • disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare;
  • sindrome del colon irritabile;
  • secchezza delle fauci;
  • dolore pelvico cronico da cistite interstiziale;
  • intorpidimento e/o formicolio di mani e piedi;
  • sensibilità a rumori forti o luci intense.

Cosa si sa oggi della fibromialgia?

Inizialmente la sindrome fibromialgica veniva diagnosticata solo in base ai sintomi riferiti dal paziente, in quanto dagli esami proposti mancavano alterazioni di laboratorio o specifici biomarcatori.
Dal 1990, la diagnosi di fibromialgia, era basata su 3 criteri decretati dell'American College of Rheumatology (ACR):

  • 1. dolore muscolo scheletrico diffuso
  • 2. dolore in almeno 11 dei 18 tender points. La fibromialgia infatti è associata a zone di infiammazione dolorosa sulle quali anche una leggera pressione può causare dolore. Si tratta di 18 punti distribuiti lungo il corpo in modo bilaterale.
  • 3. presenza dei punti 1 e 2 da almeno 3 mesi.
    Solo nel 2020, da uno studio italiano dal dipartimento di Medicina dell’Università di Verona e dal dipartimento di Medicina Sperimentale dell’Università di Genova sembra essere stata appurata l’esistenza di fattori autoimmuni alla base di tale malattia.
    Purtroppo anche con questa scoperta non cambia l’approccio meccanicistico della medicina ufficiale, che se prima mirava a “spegnere” con molti farmaci gli svariati sintomi, ora prende di mira il nostro sistema immunitario come “capro espiatorio” di questa tragica situazione, senza però risalire alla vera origine di questo disequilibrio e senza incoraggiare la persona affetta a intraprendere un percorso di amore per se stessa e un cambio di coscienza.

Cronica e incurabile, che tende a peggiorare. Per ora le prescrivo antidepressivi e antidolorifici”: questa è spesso la triste sentenza del medico “curante” che rincalza la dose con “probabilmente autoimmune”, sentenza che fa sentire la persona “nata sbagliata”, condannata e per di più irrecuperabile.
Non bastavano dolore fisico, la stanchezza e i molteplici sintomi, ora anche il peso di queste affermazioni si farà sentire.

Quali sono le cause della fibromialgia?

Ad oggi, in medicina ufficiale, non sono note le cause eziologiche precise, ma si parla di una serie di co-fattori che possono favorire la comparsa:

  • la genetica. Dai genitori potrebbero derivare informazioni genetiche che predispongono verso un maggiore sensibilità al dolore. Altre informazioni genetiche possono predisporre verso stati ansiosi o depressivi, che peggiorano il dolore. Nuove ricerche sembrano evidenziare che la sindrome fibromialgica sia un disordine dell’elaborazione centrale del dolore, con deregolazione neuro-endocrina e dei neuro-trasmettitori. Il meccanismo che si instaura a livello di sistema nervoso centrale si chiama Sensibilizzazione Centrale ed è caratterizzato dal fenomeno di wind-up, ovvero di “messa in carica” del sistema, cosicché quest’ultimo è sempre più all’erta e sulla difensiva, fino all’elaborazione parossistica degli stimoli del dolore. In effetti alcuni pazienti affetti da fibromialgia sembrano presentare alterazioni della serotonina e della sostanza P, neuro-trasmettitori correlati al dolore, allo stress e all’ansia.
  • Altre malattie. Una malattia dolorosa pregressa, come l’artrite reumatoide o il lupus, oppure un’infezione, aumenta le possibilità di avere fibromialgia.
  • Abuso emotivo o fisico. Statisticamente sembra che i bambini che hanno subito abusi abbiano maggiori probabilità di avere la fibromialgia quando crescono. Ciò, in effetti, potrebbe accadere, perché l’abuso cambia il modo in cui il cervello gestisce il dolore e lo stress.
  • Disturbo da stress post-traumatico (PTSD). Alcune persone contraggono questo problema dopo un evento terribile, come la guerra, un incidente automobilistico o uno stupro.
  • Ansia e depressione. Questi e altri disturbi dell’umore sembrano in qualche modo collegati alla fibromialgia, anche se non esistono prove che effettivamente ne siano la causa, ma sempre coesistono.
  • Vita Sedentaria. La fibromialgia è molto più comune nelle persone che non sono fisicamente attive.
  • Stress. Come il trauma, lo stress può creare effetti a lungo termine che il corpo affronta per mesi e anni; lo stress è stato collegato a disturbi ormonali, che potrebbero contribuire alla manifestazione della fibromialgia.
  • Genere. La fibromialgia è molto più comune nelle donne rispetto agli uomini. Alcuni ricercatori pensano che questo dipenda da fattori culturali e possa essere quindi collegato alle differenze nel modo in cui gli uomini e le donne reagiscono al dolore.

A prescindere o meno che ci sia la conferma scientifica di fattori autoimmuni presenti in questo disequilibrio, risulta evidente da tutte le anamnesi fatte in ambiente olistico che chi “sopporta” questa patologia ha, o sta vivendo, delle dinamiche che riguardano il riconoscimento del self-non self, come accade per esempio quando:

  • esiste il vissuto di un grosso trauma, probabilmente ancora non risolto o non riconosciuto;
  • la reazione a questo trauma è quella di buttarsi a capofitto nel “fare”;
  • si conduce uno stile di vita (lavoro, relazioni, attività) totalmente al di fuori del sentire della propria anima.

Fibromialgia: malattia al femminile

Ebbene sì, le protagoniste di questa sfida sono principalmente le donne.
Donne di età compresa tra i 30 e i 55 anni, che spesso vivono la propria esistenza mettendo avanti gli altri, con l’idea preponderante del sacrificio e con la sensazione di non riuscire mai a fare abbastanza.
Queste donne trascurano la propria salute, non ascoltano i segnali e le richieste del proprio corpo e abbandonano la propria vitalità in favore dei "doveri" verso la famiglia e il mondo esterno, tra l’altro spesso autoimposti.
Queste piccole grandi guerriere sono inquadrabili in 3 categorie:

  • madri di famiglia che hanno concentrato tutte le loro energie nell’accudire la casa e i propri cari, dimenticando loro stesse;
  • donne che dipendono molto dalla figura materna e che, al contempo, cercano di essere disponibili e prodigarsi per più persone contemporaneamente (figli, colleghi, amici), senza ritagliarsi del tempo per sé. La sessualità e la dimensione di coppia sono spesso trascurate;
  • donne che trascurano la propria salute, adducendo scusanti del tipo “non ho tempo”, che già da anni manifestano problemi di artrosi precoce, reumatismi e tensioni muscolari ricorrenti.

Nella descrizione delle tipologie appare evidente un tratto comune: l’assenza di una dimensione femminile vissuta come piacevole e svincolata del senso del dovere.

Ci riappare di nuovo il mito di Atlante, che ci porta anche a un’interpretazione dal punto di vista delle leggi biologiche. Atlante era un titano che si era ribellato a Zeus, e per questo era stato condannato a tenere sulle spalle l'intera volta celeste.
Come Atlante, quando il peso della vita diventa insopportabile, non ci si sente
adeguati e pure in colpa, parte l'unico programma biologico sensato: ipossia, dolore e risparmio delle forze muscolari.
Sono l'ippocampo e la neurotrasmissione dopaminergica i responsabili. L'ippocampo è una vera e propria "tastiera emotiva" che riceve informazioni dalla corteccia cerebrale. È qui che inizia la nostra rappresentazione del mondo.
E forse non è un caso che colpisca le donne, che hanno l'ippocampo molto più voluminoso degli uomini.

Lettura psicosomatica della fibromialgia

Sfumata e mutevole la sindrome fibromialgica è una ragnatela invisibile che ingabbia il corpo in un reticolo fitto e controverso che blocca i muscoli rendendo ogni azione faticosa e dolorosa”. (Morelli)


Più che una ragnatela si potrebbe parlare di un gomitolo tutto attorcigliato, di cui non troviamo né capo né coda, se tiri un filo da un lato si stringe il gomitolo dall’altro lato e non se ne viene a capo.
Tutti questi fili intrecciati tra loro rappresentano sensi di colpa vecchi e nuovi, dubbi, insicurezze, carico di nostalgie per qualcosa che fu o non fu, rimpianti, rimorsi, il voler rivivere “l’età dell’oro”, l’infanzia, l’adolescenza, la ricerca del paradiso perduto.
Questo eccesso di pensieri spesso porta a logorrea e ideorrea (continuo fluire di pensieri), che a sua volta però tendono ad allontanare chi ci ascolta, oppure conduce a un continuo logorio mentale su noi stessi.
L’atteggiamento altruistico spesso è un sentimentalismo estremo accompagnato dall’idea di non riuscire mai a fare abbastanza. C’è un atteggiamento quasi sacrificale, ci si immola per gli altri.Talora c’è anche ansia immotivata per ciò che potrebbe accadere alle persone care.

Questi atteggiamenti purtroppo vengono ignorati dalla persona in questione, come tutto ciò che riguarda noi stessi, e così, spesso durante i 40 anni, questa gabbia di fili (che possono sembrare d’oro ma sono di piombo) si fa troppo stretta, imbriglia muscoli e tendini, rendendo ogni movimento carico di attrito e dunque doloroso.
Vivere così è frustrante, e porta la persona a lamentele continue e a ricerca di aiuto, senza però ascoltare o riuscire a mettere in pratica i consigli di chi vuole aiutarla.
La fibromialgia diventa così una “depressione muscolare”, che sembra non voglia risolversi.

La difficoltà nei movimenti e il sentirsi intrappolati in una rete invisibile che impedisce il libero fluire della vita rimarcano una conflittualità tra ciò che l’individuo vorrebbe fare e ciò che le istanze morali di riferimento (educazione, valori religiosi/familiari) sembrano imporgli.

La lettura psicosomatica può essere dunque un valido strumento per comprendere come comportarsi nei confronti di questo disequilibrio, per cominciare a sbrogliare la matassa con costanza, pazienza e dedizione.
Il trattamento completo per la fibromialgia non può prescindere dalla storia della persona, da un piano personalizzato che comprenda la scelta di un sano stile di vita, un lavoro profondo sulle ferite dell’anima e l’utilizzo di rimedi naturali che non intossicano ulteriormente il corpo.
L’equilibrio fra tutte le opzioni sarebbe meglio cercarlo con l’aiuto di uno o più professionisti, che sappiano accompagnare la persona in questo percorso di rinascita.

La malattia è stata in realtà il mezzo affinché in me potesse avvenire una trasmutazione ben più ampia della semplice cura di una patologia, lo strumento attraverso il quale il corpo ha espresso un disagio dell’anima. Anima che troppo a lungo avevo lasciato inascoltata”. (Elsa Roberta Veniani)

Disidentificarsi dalla malattia

Da molti ex-portatori di fibromialgia viene indicato come il primo passo necessario per guarire: nessuno “è” la fibromialgia, e nemmeno un malato cronico; la fibromialgia è una “spia” che si è accesa, certo molto complessa, ma che ci indica che dobbiamo correre ai ripari.
Spesso colpisce più la diagnosi che la malattia in sé! Ma è solo quando si riesce a cogliere questa differenza che la malattia può diventare un’opportunità per conoscere meglio noi stessi e riscoprire la bellezza, l’unicità e la missione della nostra anima.
Questa tappa inevitabilmente passa anche dall’accettazione di questa “spia” che, come abbiamo detto, è dolorosa e frustrante, ma necessaria per portarci verso l'unica via possibile: il cambiamento.
Questo cambiamento genererà un momento di caos, perché si tratta di destrutturare la propria vita, la propria personalità sulle base di una riscoperta di se stessi. Ciò porterà anche ad assumersi la propria responsabilità in questa storia, ad uscire dal senso di colpa che potrebbe nascere e soprattutto a non cadere nella trappola del vittimismo.
Ognuno dovrà fare il meglio di sé con gli strumenti che ha, e di certo la malattia porterà mano a mano a scoprirne di nuovi.

Alcune domande che possono incentivare il cambiamento sono:

  • sto agendo rispettando ciò che desidero?
  • sto facendo davvero quello che mi piace?
  • frequento solo persone che realmente mi fanno stare bene?
  • ciò che esprimo è il risultato del mio sentire o voglio solo compiacere qualcuno?
  • sto evitando dei miei comportamenti naturali per non trovarmi in situazioni sconvenienti? O per paura di essere rifiutato/a?

Concentrarsi su ciò che realmente vogliamo, attirerà per risonanza tutto ciò che ci sarà utile per raggiungere tale obiettivo, ci aiuterà a superare i momenti più difficili e a vedere il bello in ogni passo.
Non c’è peggior torto che ci si possa fare se non quello di negarsi la possibilità di essere se stessi, e di esprimere ciò che si sente”.

L’alimentazione per la fibromialgia

Visto che il sistema nervoso neurovegetativo è sicuramente messo a dura prova da questa condizione, sono consigliati alimenti ricchi di acidi grassi Omega 3, i quali agiscono sulla fluidità delle membrane cellulari e regolano la produzione di neurotrasmettitori e neuropeptidi, sostanze che trasportano le informazioni tra le cellule del sistema nervoso. Si trovano soprattutto nel pesce (salmone, acciughe, sardine, aringhe, sgombri, trota, pesce spada, tonno, sogliola, platessa, merluzzo ), nei crostacei, nel tofu, nelle mandorle e nelle noci, in alcuni olii vegetali come l’olio di semi di lino, l’olio di canapa e l’olio di nocciole; è importante scegliere questi alimenti freschi e di buona qualità.

Consigliamo il nostro olio Nigella Rosa, ricco di acidi grassi insaturi e dalle proprietà immunomodulanti, utile tonificante per tutto il nostro corpo. Ne basterà mezzo cucchiaino 2-3 volte al giorno su un pezzo di pane o direttamente in bocca per apportare la giusta quantità di questi preziosi nutrienti.

Sicuramente eliminare zucchero, cibi raffinati, alcool, glutine, latticini e derivati non guasta e aiuterà a ridurre il dolore.
È raccomandabile bere molta acqua, possibilmente da sorgenti pure di alta quota, al fine di aiutare l’organismo a disintossicarsi dalle scorie fisiche e mentali. Anche assumere tisane depurative è consigliato.

I decotti di Equiseto e Ortica possono aiutare la funzionalità dei vari organi preposti alla disintossicazione e possono avere un effetto rimineralizzante.
Non scordiamoci però che anche come ci si pone di fronte a quello che mangiamo ha un’enorme importanza: se dobbiamo mangiare un piatto di insalata pieni di rabbia, allora non funziona: prendete il pasto non come una restrizione, ma come un momento fondamentale della cura verso se stessi.
Scegliete voi quando mangiare e fatelo con calma, masticate, ringraziate e ogni tanto concedetevi anche uno sfizio!

Un aiuto dalla floriterapia

I rimedi floreali agiscono sulle componenti energetico vibrazionali dell’individuo, favorendo il cammino verso la consapevolezza del Sé.
Questa patologia è mutevole e diversa per ogni persona, perciò crediamo sia importante scegliere i fiori in seguito a un colloquio con un naturopata esperto che riesca a far emergere i punti chiave su cui intervenire in un primo momento, e poi magari cambiare la miscela passo dopo passo.

A seguire vi suggeriamo alcuni fiori da valutare con l’aiuto di un naturopata esperto, che vi possa indicare anche dosaggio e tempi di assunzione:

  • Dandelion: facilita il rilassamento del corpo, liberandolo dalle tensioni muscolari, mentali ed emotive;
  • Arnica: facilita il superamento di antichi traumi. Indicata sia per chi soffre di dolori articolari di lunga data, sia nel caso di dolori riconducibili a uno shock emotivo.
  • Chestnut Bud: aiuta a trarre insegnamento dall’esperienza, favorendo l’attenzione e frenando la tendenza a ripetere gli stessi errori;
  • Aspen: per l’ansia e la paura di qualcosa di sconosciuto da cui ci si sente minacciati, che porta a un ulteriore irrigidimento della muscolatura;
  • Rock Water: quando c’è rigidità e non ci si vuole muovere dalla propria posizione perché si crede che vada bene così;
  • Olive: “per coloro che hanno molto sofferto, sia nel corpo che nella mente, e sono così stanchi, così esauriti, che sentono di non essere più in grado di compiere alcuno sforzo” (E. Bach);
  • Holly: per la tanta rabbia che si può provare in questa situazione, soprattutto all’inizio;
  • Centaury: quando il desiderio di aiutare gli altri è così forte che si tende a diventare più servi che aiutanti e non si riconosce più il giusto limite, trascurando la propria personale missione di vita;
  • Crab Apple: quando si ha la sensazione di avere in sé qualcosa di sporco, fino a provare vergogna;
  • Elm: quando c’è un abuso delle proprie energie, confusione tra l’identità e il ruolo che si interpreta, considerando le emozioni un punto debole. Quando c’è difficoltà a delegare, dipendenza dalle decisioni prese, eccesso di responsabilità, esagerata dedizione al lavoro, grande capacità di sacrificio, incapacità di ascoltare i propri bisogni, insicurezza mascherata dal dogma, iper-razionalità, mancanza di spontaneità, metodicità, ossessività e perfezionismo.
  • Star of Bethlehem: quando ci si sente nel buio delle proprie sofferenze senza nessuna possibilità di uscita, per lavorare sui traumi passati e ormai inconsci, ma anche per superare e reagire dopo il forte trauma che si vive dopo essere stato diagnosticato “fibromialgico”. Kramer sostiene che per tutte le malattie resistenti al trattamento, bisogna tenere in considerazione la somministrazione di Star of Bethlehem, perché in questi casi la causa del dolore potrebbe essere un trauma emozionale.
  • Pine: risulta sempre utile in caso di "aggressione", quando c’è una componente autoimmune può aiutare a ridurre il senso di colpa che spesso accusiamo, che ci fa sentire ancora più incapaci di uscire da questo aggrovigliamento di fili. Pine ci invita a perdonarci e a ritrovare il “merito” in ciò che stiamo facendo.

Farsi abbracciare dagli alberi

  • Lo spirito del Ginepro ci aiuta a riconoscere la nostra via, a sentire chiaramente qual è la nostra strada, ci trasmette protezione e forza per seguirla e difenderla da interferenze esterne e interiori, aiutandoci a purificare il cammino da quello che non ci appartiene. Facilita il riconoscimento delle attese e proiezioni altrui che abbiamo assorbito da piccoli credendole nostre, e ci assiste nel liberarcene.
  • Lo spirito del Noce ci porta a scendere nella profondità, negli angoli bui della nostra esistenza, nel luogo dove regna l'istinto più puro, il nostro vero sé. Aiuta a rompere confini e tabù per espandere la nostra consapevolezza su chi siamo veramente.

La via del femminile

Se siamo giunti alla consapevolezza che la presenza della fibromialgia è la risposta del nostro corpo a un femminile vissuto con troppi dogmi, restrizioni, condizionamenti, paure e non accettazioni è il momento di alzare i tacchi (o toglierli definitivamente) e camminare con coraggio la riscoperta della nostra femminilità:

  • lo Spirito del Melo ci ricorda che nutrire corpo, mente e spirito di bellezza è il presupposto per erigere il paradiso in terra e ci fa vedere le mille possibilità che abbiamo per farlo. Il Melo ci insegna, con il suo esempio di abbondanza varietale, che esistono infinite espressioni di bellezza, e che ognuno di noi può offrire la propria.
  • Lo Spirito del Salice è utile per chi non intende più continuare a seguire vecchi schemi. Nei momenti in cui stiamo maturando nuove idee, pensieri originali, decisioni o cambiamenti importanti, lo Spirito del Salice protegge e nutre il nuovo, permettendogli di crescere e rafforzarsi. Ci incoraggia a portare alla luce le emozioni che abbiamo sotterrato o soppresso, e ci aiuta a viverle in modo equilibrato. Quando siamo sommersi da un eccesso di emozioni ci sostiene nell'emergere e trovare il nostro equilibrio. In questo modo favorisce il contatto con il subconscio e lo rende più efficace nella sua attività.
  • Feminea: la miscela di rimedi floreali per ritrovare una femminilità consapevole, armoniosa e riconosciuta. Per le donne moderne che si confrontano quotidianamente con la cultura dominante yanghizzante, con tempi e spazi che portano un'impronta decisamente mascolina. Da usare quando ci sentiamo un po' schiacciate tra il lavoro e la casa, quando vorremmo esprimere la nostra femminilità ma non troviamo il tempo, la modalità, quando ci è difficile esprimere con calore e dolcezza i sentimenti d'amore di spose, madri, figlie.
  • il Quaderno di Frontiera “Sono Donna” aiuterà a fare pace prima, e ad amare la propria ciclicità poi: quel ritmo di contrazione ed espansione che da sempre ci richiede il nostro corpo. Ci insegnerà anche ad accogliere e accompagnare i nostri più intimi e ancestrali richiami biologici.

Ridurre lo stress

Poiché è dimostrato che la sintomatologia si acuisce spesso nei momenti di stress e di preoccupazione, (alcune persone riferiscono che in vacanza hanno avuto una temporanea remissione dei sintomi), un consiglio valido è quello di concedersi spesso pause e momenti rilassanti. Una buona idea può essere quella di far coincidere week-end fuori casa e piccole vacanze con relax alle terme (il calore delle acque può aiutare a decontrarre i muscoli).
Acque aromatiche come melissa, lavanda, angelica, basilico e menta, vaporizzate o assunte oralmente, possono sostenerci ad allentare la mente e a ritrovare pensieri più leggeri e defaticanti, in linea con i bisogni del nostro corpo.

Fitoterapia

Ottimi aiuti sono i gemmoderivati di Ficus carica, Avena sativa, Prunus spinosa, Platanus orientalis, Secale cereale, Abies pectinata, Malus domestica (da richiedere in miscela personalizzata).
Una buona mossa è quella di abbinarvi anche la Miscela Enzo, che contiene estratti idroalcolici di piante che agiscono in maniera più diretta e sintomatica su articolazioni, nervi e muscoli, apportando sollievo al dolore.

Si potrebbe anche agire con una miscela depurativa del tessuto interstiziale, che spesso, se intossicato, può causare proteine alterate, e quindi aggredite dal nostro sistema immunitario: per questo potrebbe aiutare la miscela Drena plus, che grazie alla sua composizione con varie tipologie di preparati ottimizza la depurazione e coinvolge in una depurazione multilivello, che segue come principio quello del sostegno sistemico attraverso il drenaggio cellulare, l’attivazione emuntoriale, e il coinvolgimento anche della parte psicosomatica.

Un ottimo gesto di autotrattamento può essere inoltre quello di massaggiare il corpo con oleolito di Iperico e Lavanda. Preparate una bottiglietta con 30 ml di oleolito di Iperico e aggiungete 10-12 gocce di olio essenziale di Lavanda Vera; utilizzate questa miscela su tutto il corpo, in particolare sulle zone doloranti. Il calore dell’Iperico andrà a sciogliere le tensione muscolari e nervose insieme alla capacità della lavanda di riequilibrare il tutto e di riportare comunicazione e collaborazione tra tutte le parti.

Integratori naturali

Altri integratori naturali risultati utili sono:

  • magnesio come decontratturante e rilassante;
  • Manganese-Cobalto in oligoelementi, utili da associare con Fosforo e Litio, il primo per la sua attività antispasmolitica e il secondo per l’azione sulle manifestazioni dolorose muscolari associate ad ansia e depressione;
  • Vit B6 e B12 (opportuno fare analisi del sangue con specifica richiesta di questi valori);
  • Glutatione;
  • Vitamina D;
  • la tintura madre di Iperico ci può aiutare a stimolare la produzione di serotonina e quindi a sostenere anche i periodi più bui ritrovando la via luminosa da seguire.
  • il dolore può portare a ridurre al minimo qualsiasi tipo di movimento, ma bisogna sforzarsi. Un’attività aerobica, come una semplice camminata, aiuterà a superare la rigidità del vostro corpo, anche pochi minuti al giorno. Ancora meglio passeggiare in natura.

Pratiche olistiche

L’agopuntura, il massaggio tuina, la reflessologia plantare e altre tecniche olistiche possono sostenere tutto il percorso aiutando la persona a ridurre il dolore, a far circolare meglio l’energia nel corpo e a compiere piccoli passi verso la nuova coscienza di sé.

È fondamentale l’aiuto di almeno una persona esterna, naturopata, psicoterapeuta, coach o altro. Una persona con cui condividere i progressi o i momenti bui, perché spesso la fibromialgia porta con sé tanta solitudine, e sapere che c’è qualcuno che può ascoltare senza giudicare è di fondamentale importanza. Dopo aver letto varie testimonianze di chi ha attivato questo cambiamento crediamo che la fibromialgia possa essere tramutata in “fibromagia”: una poderosa chiamata a vivere la propria vita senza troppi “ma”, "perché", “se”, solo con amore, gioia e leggerezza.

..e venne il giorno in cui,
il rischio di rimanere chiuso in un bocciolo
divenne più doloroso del rischio di sbocciare…
Anais Nin

Categoria: Salute e Benessere
Tags: fibromialgici depressione ansia